Nord e Sud - anno V - n. 40 - marzo 1958

PAoLo ALATRI: Le origini del fascismo. Editori Riuniti, 1956. Nella brevissima Premessa a questo libro, che contiene i suoi saggi più importanti sul problema delle origini del fascismo, l'Alatri richiama i criteri che l'hanno guidato nella ricerca: <<•• .le origini del fascismo sono indagate tenendo come termine di paragone la struttura e l'atteggiamento della classe dirigente tradizionale, che, avendo raccolta l'eredità del Risorgimento e avendo guidato le prime esperienze unitarie, andò poi man mano impoverendosi e trali- • gnando rispetto all'ideale e alla prassi di un verace e vissuto liberalismo » (p. 7). Il bisogno di dare alla ricostruzione storica uno sfondo adeguato lo porta anche a sottolineare I'importanza dei legami tra storia italiana ed europea-: l'Italia « ... nasce con l'unificazione e s'inserisce in un'Europa generalmente pervenuta a un grado più avanzato di sviluppo politico, economico e sociale» (ivi). L'impostazione di fondo non appare così troppo dissimile, non solo da quella del Salvemini e del Salvatorelli, ma nemmeno da quella del Croce o dell'On1~deo: sen1bra piuttosto preannunciare, da un RECENSIONI particolare punto di vista, l'indagine di. nuovi aspetti della crisi del liberalismo:· tradizionale sino all'affermarsi del fasci-- smo, dando agli avvenimenti italiani un significato ed un respiro europei. Sin dal primo saggio, pero, su L'ideo-- logia del nazionalismo e l' espe,-ienza f tJscista, questi motivi appaiono di fatto~ abbandonati. L' A. si limita ad un esame, semplice e chiaro, delle principali tesi nazionaliste, rispondenti agli interessi dell' << alto capitalismo agrario e soprat-- tutto industriale »; e fa notare come il fascismo, abbandonata la << demagogia socialistoide >> dei suoi inizi, se ne sia via via appropriato, divenendo il tran1ite necessario per assicurare all' << alto capitale » un largo seguito di piccola borghesia illusa. In questo quadro, fissato con tanta rigidità, la posizione liberale, per così di-- re, scompare; si riduce semplicemente al•- le << larghe complicità » (p. 34) incontrate dal fascismo nella classe dirigente tradizionale. Mentre la teoria nazionalista. è considerata nei suoi effetti politici ed è strettamente identificata con precisi interessi economici, la storia del liberalismo è subito ridotta a quella degli aspetti ne- . [121] Biblo~ecaGino Bianco

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