i neopositivisti furono costretti all'esilio, e Moritz Schlick f:u assassinato da uno studente folle e nazista. La persecuzione prova che ai nazisti riusciva intollerabile anche l'agnosticismo; ma non smentisce che i viennesi fossero influenzati dall'ambiente <<codino» (e scettico). 4) Secondo Rossi-Landi io tenterei di « mettere nello stesso paniere neopositivisti e gesuiti». La mia opinione è profondamente diversa: ·ho detto e provato che, nelle loro polemiche contro la tradizione storicista e idealistica, i neopositivisti sono seguiti con simpatia dai padri gesuiti della Civiltà Cattolica. Credo bene che per altre ragioni, ed in- altre occasioni, i gesuiti si guarderanno dall'appoggiare i neopositivisti: per altro l'agnosticjsrno che questi ultimi mostrano dinnanzi a problemi ritenuti pertinenti alla sfera emozionale rende pòssibile ogni sorta di convergenze. Del resto l'agnosticismo, esplicito e implicito, delle tesi della filosofia analitica (e, in genere, delle «tecniche») credo che debba essere fatto oggetto di una (,u1npiuta discussione, alla quale mi auguro di potere anch'io contribuire. Un tecnico e sociologo intelligente come Franco Ferrarotti ha già fornito su ciò preziose indicazioni («Criterio», I [1957], 12, pp. 907 -918). 5) L'ultima obiezione è, mi spiace dirlo, aberrante come le altre. Sono c.onvinto, come ogni persona che abbia esperienza della realtà italiana, che il nostro Paese è solcato da profonde differenziazioni locali, che però non sempre corrono lungo la « linea gotica», come sembra invece ancora ritenere il Rossi-La11di. Tuttavia non credo che esista una « linea gotica », co1ne credono Norberto Bobbio e Rossi-Landi, al livello dell'alta cultura storiografica e scientifica, per cui al Nord tutti sarebbero neopositivisti e al Sud tutti storicisti. Non lo credo, ho citato dei « documenti » che RossiLandi (il cr,1ale pure si appiglia per altre questioni alla « scarsa >> documenta,·1one) non discute, e quindi, ad onta dei suoi insulti, continuo a non crederlo. Dt!l resto siamo pari: egli non ha minimamente inteso il mio scritto; io non capisco perchè egli abbia scritto questa sua lettera. Della quale t11tto il rimanente, d~gli insulti e dalle minacce a me, fino ai riferimenti a « Don Benedetto » (credo che con tal nome intenda riferirsi al Croce), appartiene al bagaglio di un polemista poco sereno in un momento di scarsa vena. E) Finalmente posso ormai « correr miglior acqu3: », e la citazione è davvero appropriata: perchè, se 11 professor Norberto Bobbio mi respinge nel Limbo di color che « non adorar debitamente» la metodologia, se il professor Rossi-Landi mi danna invece « giù, ver lo fondo », il dottor Francesco Valentini, con la sua cortesissima segnalazione (apparsa sul Contemporaneo del 25 gennaio di quest'anno), mi colloca invece, se mal non comprendo, proprio in Purgatorio. [118] Bibloteca Gino Bianco
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