Nord e Sud - anno V - n. 40 - marzo 1958

Italia esclusa dalla « lotta contro il sempre ritornante oscurantismo filosofico e culturale ». E poichè in numerosi luoghi di Politica e cultura Norberto Bobbio polemizza contro le tesi dei marxisti e neomarxisti, non è arbitrario concludere che le sue simpatie vadano al neopositivismo e che la tradizione di pensiero a suo avviso meno idonea, anzi nociva, alla cul- . tura italiana sia lo storicismo idealistico. E' per me r11otivo di rammarico pensare che il professor Norberto Bobbio abbia ritenuto d'essere stato poco citato e, per di più, frainteso. Ma, come ognuno può constatare, ho ampiamente citato i suoi scritti che toccavano gli argomenti da me trattati e non credo di aver falsato o frainteso quelle che so110.o che erano le sue opinioni. Chè se poi tra le righe della sua lettera fosse necessario leggere che egli è venuto da allora modificando di nuovo la sua opinione, questo non potrebbe non essere accolto con gioia da tutti coloro che conoscono il suo valore di giurista. C) Storicismo e positivismo. Norberto Bobbio dice ancora nella sua lettera: « non credo, come sembra invece credere il De l\fauro, che alla filosofia militante oggi in Italia si imponga una scelta tra positivismo e storicismo». Se scelta dovesse significare esclusione assoluta da parte della cultura storicistica dei problemi posti dalla filosofia analitica, sono perfettamente d'accordo con il professor Bobbio. Del resto in termini di aut aut la scelta è posta da qualche zelatore ad oltranza del nepositivismo; per quanto mi riguarda, e per isolata che possa essere la mia posizione, ho scritto chiramente nel mio articolo - impostato anzi proprio su ciò - che è necessario « contribuire a che la tradizione filosofica e culturale italiana .utilizzi e sviluppi, senza perciò smentire sè stessa, quei temi di ricerca che i neopositivisti, smesso l'acritico scientismo degli inizi, hanno saputo indicare nei campi e nelle discipline più diverse ». Forse il professor Bobbio, se avrà tempo di riconsiderare il mio scritto, vedrà che non sono del tutto lontano dalle sue posizioni. Se egli mi consentisse un linguaggio estremamente franco, direi che nella sua posizione è da respingere non quello che egli fa effettivamente - leggere e criticare, all'occorrenza radicalmente, le opere di Croce - ma quello che egli predica ad altri di fare: mettere da parte i libri di Croce e in genere della nostra tradizione hegeliana e storicistica. Finchè non avremo qualcosa di meglio, di più ricco di quei libri, non mi pare giusto espungerli dal contesto della nostra cultura. D) La lettera del professor Rossi-Landi consta, oltre che di molte espr,~ssioni _insultanti, di sei obiezioni: 1) è falso che in Italia non si sia formato un movimento n~opositivistico; 2) è falso che negli autori italiani con1ponenti il movimento neopositivistico vi siano « gli elementi che De Mauro vorrebbe criticare: l'antistoricismo programmatico e il grossolano diniego [1151 Bibloteca Gino Bianco

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