Nord e Sud - anno V - n. 40 - marzo 1958

mente il professor Bobbio non considera reazionario lo «storicismo» (ancl1e se lo crede connesso alla " società semifeudale e anarchica " del Me1zogiorno) nè io gli ho mai attribuito questa tes'i; 1na ritiene reazionario lo << storicismo idealistico " ossia, come ho detto a p. 38, « stabilisce l'identità fra storicismo idealistico e mentalità conservatrice e borghese-reazionaria ». Egli, a parte le opinioni negative espresse su Giovan11i Gentile ( « non posso vederlo che nella veste del retore o del corruttore»), sull'attualismo~ condannato in blocco con lo spiritualismo, sui << colleghi filosofi » che di Gentile « parlano ancora con riverenza» (epperò « paiono persone vissute in un altro mondo»), in Politica e cultura ha chiaramente affermato che lo storicismo crociano ha attualmente una funzione negativa. Nel capitolo XIII, per esempio, egli scrive: « non ho affatto l'intenzione di sminuire la funzione liberale che il (...) pensiero e la personalità [di Croce] ebbero negli anni del predominio fascista », ma aggiunge: « ciò che a me preme discutere è se oggi, negli anni della ricostruzione di uno stato liberale e democratico in Italia, la teoria politica elaborata da Croce (...) ci sia di giovamento (...) »; quindi, dopo aver esaminato le « principali ragioni dell'insufficienza del liberalismo crociano e della sua connessa sterilità»~ egli affer~a: « chi volesse oggi capire il liberalismo non mi sentirei di mandarlo a scuola da Croce». Per altro questo giudizio negativo colpisce il concetto crociano di libertà non tanto per motivi ad esso intrinseci, il che potrebbe anche non essere ingiustificato, quanto piuttosto per il metodo ond'esso è raggiunto, per quel metodo che il Bobbio dice «speculativo»; di cqnseguenza dalla teoria politica la condanna tende ad allargarsi a tutta l'impostazione filosofica << speculativa » dello storicismo di Croce: « io credo - scrive il Bobbio (p. 206) - che una delle condizioni per ridare [in I tali a] alla filosofia la suai funzione sociale e in particolare la sua funzione in una società democratica o che tende a diventar tale, sia l'abbandono della mentalità speculativa», alla quale egli contrappone « l'insegnamento dell'empirismo» e la « mentalità positiva». E se della vessata pagina 209 Norberto Bobbio citasse nella sua lettera non solo il passo centrale, ma anche le due frasi successive, risulterebbe chiara la condanna ad ogni forma di storicismo non marxista; dopo il passo centrale il Bobbio scrive: « (...) oggi, se di un rinnovamento culturale si può parlare,. già si vedono i seg-ni che esso avviene in due direzioni (...). E di queste (...) mi par di vedere che la prima fiorisca soprattutto nell'Italia del Nord (i gruppi neopositivistici sono a Milano, Torino, Bologna), la seconda nel Sud (il centro d'irradiazione del neomarxismo sono città come Napoli e Bari) ». Risulta chiaro da queste parole (come in genere da tutta l'impostazione di Politica e cultura) che secondo Norberto Bobbio ogni forma di pensiero non qualificabile come neopositivistica o neomarxistica sia in [114] Bibloteca Gino Bianco

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