mente preferisca. Non lo dico, e non lo dirò mai, per la semplice ragione che non credo. come sembra invece credere il De Mauro, che alla filosofia militante oggi in Italia s'imponga una scelta tra positivismo e storicis1no~ come se fossero due filosofie an~itetiche o due esperienze culturali incompatibili. La lìnea di confine tra quello che credo di poter accettare e quello che credo di dover rifiutare, non passa tra positivismo e storicismo, ma tra concezione metodologica e concezione metafisica della filosofia. Come · esiste uno storicismo metafisico accanto a uno storicismo metodologico (in Croce erano presenti entrambi), così è esistito un positivismo metodologico accanto a un positivismo 1netafisico (contro il quale ultimo non sarà mai abbastanza lodata la polemica di Croce). La differenza, se mai, tra neo-positi visti e neo-storicisti, è questa: che i prinii hanno capito da un pezzo l'importan.za di quella distinzione e i secondi sembra non l'abbiano ancora· capita. Le sarei grato se lei volesse pubblicare questa lettera sulla sita rivista e La prego di accogliere i miei cordiali saluti, NoRBERTo BoBBIO Torino, 21 dicembre 1957 Caro Direttore, , . lo scritto a firma Tullio De Mauro, che Lei ha pubblicato nello scorso dicembre, temo non faccia troppo onore alla Sua rivista, per altri versi così apprezzabile. Lasciamo stare i divertenti svarioni tipografici: vantagico> Develepment, scieza, inglee, Wissentschef tliche, mateairlismo, premineenza - tutta questa grazia di Dio solo nelle prime due pagin.e. Tali svarioni già fanno arricciare il naso quanto alla cura che l'autore usa mettere nelle sue cose. Ma si sa che, dal meno al più, essi sono una disgrazia comune a tutti coloro che pubblican.o; consideriamoli dunque accidentali. Quel clie , purtroppo conta, invece, e che in nessun modo può essere attribuito al caso o alla sfortuna, è che l'intero scritto è un fitto tessuto di riferimenti graveniente inesatti o incompleti; di interpretazioni filologicamente e storiograficamente puerili; di attribitzioni affatto gratuite di tesi ad autori e a correnti di pensiero, che o non le hanno mai sostenute o lo hanno fatto solo per entro a contesti e con cautele che De Mauro ignora completamente o volontariamente trascura; di grossolane identificazioni o etichettature. Come se ciò non bastasse, il Nostro sostiene, forse senza rendersene conto, una concezione d'un reazionarismo ideologico e d'un provincialismo culturale che con sorpresa e rammarico sinceri ho visto affacciarsi in Nord e St1d. Si può scrivere un intero libro su di una pagina di Aristotele o di Kant, o magari di Wittgenstein; non si può onorare un articolo che si re- (104] ·Bibloteca Gino Bianco
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