Nord e Sud - anno V - n. 39 - febbraio 1958

dai possidenti ai professionisti, strettamente legati gli uni agli altri e al rozzo sistema politico e sociale che ha dominato i rapporti fra le classi sociali del Mezzogiorno dai tempi dell'Unità. Intellettualmente impoveriti, capaci di sentire l'attività politica solo come strumento per proteggere i piccoli privilegi, gelosi della loro posizione di predominio rispetto alle classi più umili, incapaci, nello stesso tempo, di capire il valore di certe idee di rinnovamento della società e dello Stato, questi ceti, che, col fascismo erano riusciti a mantenere immutato l'equilibrio sociale, sono dominati ora dalla preoccupazione di garantirsi contro ogni mutamento. Continuerebbero a seguire Nitti o Reale, Pagliuca o Cerabona o D'Alessio, ma non sono più sicuri che costoro saranno i protagonisti della vita politica futura. Il riacutizzarsi di queste preoccupazioni di conservazione sociale accelera il declino del clientelismo tradizionale e spinge molti << galantuomini>> a dare la loro adesione ai partiti di massa « meno spinti>>, anzitutto alla Democrazia Cristiana, cl1e,per l'appoggio del clero, dà maggiori garanzie di « ordine >>,e, in minore misura, al Partito Socialista, che si presenta, in fondo, come un partito di governo in cui primeggiano uomini di provenienza borghese. Questo processo di inserimento dei galantuomini nei partiti di massa, che rivela nei ceti possidenti e borghesi, più o meno compromessi col passato regime, la preoccupazione della << scelta del partito>>, si attua peraltro lentamente. Frattanto, col mutare del clima politico nel paese, a11che i fascisti, superate le prime paure, cercano di tornare alla ribalta, non contentandosi più della parte di fiancheggiatori nell'ombra (ciò vale naturalmente per quelli che non hanno trovato ospitalità nei grandi partiti). Nasce e si sviluppa infatti un movimento di reduci, ingrossato dagli ex fascisti, da coloro che hanno ricoperto cariche e ricevuti favori dal passato regime, da piccoli borghesi ed artigiani che trovano difficoltà a rientrare nella vita di tutti i giorni. Questo movimento assume l'etichetta dell'Uomo Qualunque, e costituisce il primo tentativo di riorganizzazione delle forze della destra « nostalgica ». Tra la fine del '45 e i primi mesi del '46 si è già in fase preelettorale: le vicende del Nord hanno riacceso la polemica sui problemi di fondo della politica italiana, i partiti si ~reparano ad affrontare per la prima volta la prova delle urne dopo la lunga parentesi della dittatura fascista. [64] Bibloteca Gino Bianco

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