Nord e Sud - anno V - n. 39 - febbraio 1958

nosciuti, proprio. per l'attività svolta alla direzione della politica meridz·onalista. Ma quale rapporto corre oggi· fra integraziotie europea e industrializzazione del Mezzogiorno? È vero che c'è conflitto fra l'una e l'altraj come àa alcitnz·si è affermat0. 1? O è vero che la prima allarga le prospettz·vee accellera i tempi della seconda, come la funzione attribuita alla Banca degli Investimenti farebbe riten_ereJsémpre che tale funzione possa essere pienamente assolta? S'è detto cheJ in presenza dei problemi che derivano dal Mercato Co1nune, risulta più imperiosa ed urgente la necessità di incrementare la produtività del nostro sistema industria/,e,di rafforzare la sua capacità di re.!(- gere alla concorrenza, di as,,sicurarela sua modernizzazione integrale; e che quindi, più che all'aumento. dell'occupazione nelle zone depresse, gli investimenti industriali devono essere indirizzati, d'ora in poi, principalmente alla riduzione dei costi, e pertanto localizzati nelle regioni sviluppate, dove sono -appunto ubicati gli impianti da modernizzare. Inoltre, tali investimenti devono assicurare una magg·iore intensità di capitale prima di una 1naggiore diffusione dell'o.ccupazione. Di qui un confiitto fra esigenze di incremento della produttività, rese più urgenti dai problemi di concorrenza che derivano dal Mercato Com-une, ed esigenze di incremento dell'occupazione; e un confiitto anche fra integrazione europea e industrializza.zione del Mezzogiorno. Nel suo rapporto al Presidente del ·Consiglio sul/01 « Schema di sviluppo e il Mercato Comune Europeo», il prof. Saraceno, presidente del Comitato per lo sviluppo dell'occupazione e del reddito, ha già messo, però, in evidenza i termini del rapporto fra esigenze di incremento della produttività ed esigenza di incremento dell'occupazione, quale SU-. è delineato negli ultimi anni anche indipendentemente dalla prospettiva del Mercato Comitne: non è necessariamente un rapporto fra obiettivi contrastanti, purchè si attui una efficqce politica di incremento del risparmio e di controllo degli investi-- menti. Dovrebbe essere << aumentata la quota di reddito nazionale che è destinata al risparmio >>; così il risparmio addizionale, del quale si verrà in tal modo a disporre, potrebbe essere « u~ilizzato prevalentemente per investimenti di tipo estentivo, dire~ti alla creazione di nuovi posti di lavoro, a12cliee soprattutto nelle zone attualmente meno industrializzate del Pae- [4] Bibloteca Gino Bianco

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