saldo ha voluto aprire il primo dei due numeri speciali del Mattino: « Grembiulini neri ». Si sarebbe indotti a credere che anche il Direttore si sia lasciato trascinare dal clima generale, indulgendo magari a qualche forma di pubblicità più scaltrita e insidiosa. l\fa l'articolo risultava scritto da Istanbul; sembra quasi che il Direttore abbia voluto sottolineare la sua assenza dalle sale redazionali dove si manipolava il centone pubblicitario: estrema riserva di pudore professionale? Nell'articolo in questione si leggeva che la Turchia del 1957 è un paese « in cui si agisce tanto più fortemente che da noi per aprire ai g!ovani la via di guadagnarsi il pane dei tempi nuovi e per assicurare al paese un'indipendenza vera; e c'è una lunga teoria di scolari, lindi ordinati e composti nei loro grembiulini neri ». Malinconicamente, in apertura del grottesco exploit editoriale del giornale da lui diretto, Giovanni Ansaldo, « vedendo tutte queste migliaia di grembiulini neri addosso agli scolaretti turchi », non poteva non pensare « a tutte le migliaia di ragazzini che a Napoli non lo posseggono », anzi « che non hanno mai veduto una scuola ». Quest'articolo di fondo è dunque Io spillo che buca il pallone delle 48 pagine. Ai Gava e ai Campilli, agli Angelini, ai Cassiani e ai loro enfatici amanuensi, il Direttore del lvlattino sembrava voler ricordare che « tante scuole elementari e medie di Napoli apertesi ufficialmente al pubblico lo scorso ottobre alla data fissata ... sono rimaste per settimane senza funzionare o perchè mancavano le aule, o perchè mancava la volontà generale». Il nostro consenso non può non andare a chi chiede « ad uomini di governo, ad amministratori, a tutti, quand'è che essi contano di assicurare un grembiulino nero, almeno un grembiulino, a tutti i ragazzi meridionali; ma non per mostra: perchè possano davvero andare a serie e funzionali scuole ». Non si può però al tempo stesso non de• plorare che un direttore dell'autorità di Ansaldo debba ricorrere a questi complicali modi di far valere le proprie riserve (chè a tale fine vorremmo considerare sia stato scritto il suo articolo datato da Istanbul) nei confronti dei metodi di imbonimento che piacciono agli ispiratori e amministratori del giornale che lui dirige. Ansaldo pensa forse di salvare così la faccia di fronte agli ambienti professionali e intellettuali; ma egli resta pur sempre il Direttore responsabile di una cafonata come quella di cui qui si è fatto cenno, il Direttore di un giornale sciatto e provinciale che le sue qualità di « bella penna » non riescono più a salvare dal mortificante confronto con gli altri quotidiani del paese. Non è questione per noi di consenso o di dissenso dalla linea politica del 1Wattino; se c'è un giornale dalla cui linea dissentiamo radicalmente questo è il Tempo; ma il Tempo è « fatto bene». N1No MozzILLo [53] Bibloteca Gino Bianco
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