Nord e Sud - anno V - n. 39 - febbraio 1958

definitivamente quelle formule di mercato chiuso adottate presso i grandi Comuni e che tanto incidono sui costi finali del prodotto con danno emerito del consumatore e nessun utile per il produttore. Una dimostrazione di quanto sopra affermato si ha confrontando i prezzi al consumo nei piccoli centri con quelli che si formano nei mercatini rionali dei grossi Comuni. La forte differenza nelle quotazioni non può essere giustificata soltanto da un eccesso dell'offerta sulla domanda nel primo caso e dello inverso nel secondo. La •cosa si spiega meglio esaminando invece il sistema dei mercati generali e dei· mattatoi in cui operano soltanto determinati concessionari con il beneplacito delle amministrazioni comunali cl1e, invero, si arrogano diritti monopolistici non previsti dalla legge. Il T.U. del 15 ottobre 1925 attribuisce ai Comuni un diritto di privativa •per l'esercizio dei mercati pubblici; ma ciò non vuol dire che si escluda contemporaneamente la liceità di contrattazioni all'ingrosso al di fuori di detta cerchia. Tale interpretazione è convalidata da diverse decisioni del Consiglio di Stato restate in pratica lettera morta per l'atteggiamento inflessibile dei Comuni che pretendono il passaggio di tutto il movimento all'ingrosso per i citati mercati. L'ostinazione delle dette amministrazioni nel porsi contra legem, ove venga considerato attentamente il fenomeno dell'eccezionale aumento dei prezzi al minuto nei grossi centri, rafforza il convincimento dell'esistenza di profonde anomalie nel campo della distribuzione. È attraverso codesta strada che, come si è visto, si sottrae reddito alla produzione ed al consumo in misura eccedente i normali costi e gli equi profitti che si formerebbero in un regime meno vincolante. Non resta che attendere i provvedimenti ad integrazione del progetto Cortese, preannunciati dal Ministro per l'agricoltura in sede di approvazione di Bilancio alla Camera. Sono in campo grossi interessi ed è tempo di elezio11i. GIOVANNI TERRANOVA Il grembiulino del Direttore Non saremo noi a negare che i pro-yenti della pubblicità - a parte quelli della diffusione - siano i soli che convengano ad un quotidiano, sempre che esso ambisca ad una effettiva indipendenza critica, ad una pie11a autonomia del giudizio politico. Ma anche la pubblicità deve obbedire a certe sue esigenze, deve rispettare certe forme, certi limiti: un giornale che voglia qualificare llegnamente la s11-a presenza in campo nazionale è tenuto appunto ad [SO] Bibloteca Gino Bianco

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