prezzo pagato all'origine. I produttori sembrano estromessi dal gioco del mercato. Questi pochi elementi sono già sufficienti per arrivare ad alcune conclusioni. La vischiosità distributiva contribuisce indubbiamente allo stato di disagio economico delle campagne, mentre incide sul consumo in generale. Il funzionamento piuttosto imperfetto del sistema costituisce inoltre una latente minaccia inflazionistica, mentre determina un drenaggio del reddito a danno di una più equa distribuzione. Per ambedue i motivi, l'attuale situazione rappresenta una grave « strozzatura », dal cui superamento dipende il processo di sviluppo. Recentemente la Svirnez ha pubblicato alcuni dati riflettenti l'aumento del costo della vita, per grandi regioni, in Italia. Dal 1938 al 1950 si ha un aumento di 49,43 volte nel Nord e di 45,30 volte nel Sud. Dal 1950 al 1956 - ossia in periodo di funzionamento della Cassa per il Mezzogiorno -- l'aumento è stato del 27,59 % nel Nord Italia e del 33,47 % nel Sud. Si assiste cioè ad una inversione di tendenza che non può non essere stimolata dalla spesa addizionale che è stata provocata in quelle regioni dalle note provvidenze. Anche in questo caso è legittimo supporre un maggior profitto delle categorie distributrici di fronte ad una certa stazionarietà dei prezzi alla produzione. Il problema dell'efficienza distributiva si risolve anche concedendo maggiore libertà e tutela al produttore che si reca al mercato. Si risolve, ossia, su basi concorrenziali. Codesta è la tesi propriamente opposta a quella avanzata dalle categorie distributrici interessate che, con argomentazioni piuttosto origin~li per il vero, da tempo vanno predicando che tutti i malanni attuali derivano da eccesso di spirito liberale nel concedere le nuove licenze d'esercizio, con conseguente maggiore incidenza di oneri fissi sui prodotti venduti. Ragionando su codesto metro si arriverebbe alla conclusione che il sistema perfetto è quello monopolistico oppure oligopolistico; e per coerenza si dovrebbe adottare lo stesso trattamento all'industria che da tempo - e per fortuna - è libera da autorizzazioni preventive pe1' la installazione di nuovi impianti. Le suesposte argomentazioni valgono per tutte le forme della distribuzione; ma, per non uscire dal seminato, è be11e ritornare al nostro agricoltore che, soprattutto se conduce un modesto appezzamento, è isolato ed indifeso. Egli offre sulla pianta un prodotto deperibile; e gli è fatale pertanto soggiacere alle pretese di agenti spesso consorziati. Dobbiamo fornire a codesti agricoltori i mezzi per una migliore <:ontrattazione, ossia dotarli di magazzini-mercato, attrezzati per la conservazione e lo s1nercio e da essi stessi diretti ed amministrati (evitare cioé l'involuzione tipica dei Consorzi Agrarij. Dovremmo metterli in grado di adire direttamente i grandi centri di consumo, smantellando finalmente e (49] Bibloteca Gino Bianco
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