Editoriale In un recente numero di Nord e Sud scrivevamo che per i sei Paesi del Mercato Comune la Banca degli Investimenti - « come ca11aledegli investimenti e come strumento di redistribuzione dei prestiti contratti>> - potrà rappresentare una forza di unificazione politica e una possibilità di sviluppo economico, quale a nessun altro organismo europeo è stato mai dato di poter di'sporre dai tempi del Piano Marshall. Aggiun,gevamo che la Banca, in quanto « pensata esJenzialmente come strumento per il sollevamento delle aree depresse>>p, otrà rappresentare altresì la pittaforma di una politica di intervento europeo nel Mezzogiorno e gettare u1i ponte fra le due prz·ncipali prospettive di consolidame1ito della democrazia i·taliana, l'industrializzazio11e delle regioni· meridionali e l'integrazione con i Paesi . europei. Considerazioni analoghe hanno accompagnato su taluni organi· della Jtampa italiana la designazione dell'on. Campillz· a Presidente della Banca degli Investimenti. E certamente tale detsignazione sembra voler sottolineare un rapporto ,preciso, di conti·nuità e di coordinamento, fra la politica àella Cassa e la politica della Banca, fra l'intervento dello Stato italiano e l'if!tervento del capitale europeo ai fini della industrializzazione del Mezzogiorno; e sembra pure voler indicare una garanzia per quanto concerne l'impegno con cui la Banca tenterà di slargarele prospettivee accelerare i tempi di una politica di sviluppo della più vasta e più rappresentativa area depressa del territorio continentale de·i Sei. Infatti l'on. Campilli conosce i problemi e potrà acquistare, come uomo di governo europeo, quegli stessi 1neriti che, come uomo di governo a'ta/,iano,da pi,ù parti gli sono stati rico- [3) BiblotecaGino Bianco
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