Nord e Sud - anno V - n. 39 - febbraio 1958

che già oggi, come si è visto sopra, offrono più lauti profitti ed anche minori incertezze. Il sostegno politico dei prezzi non costit11isce la politica più adatta a risolvere il problema del reddito agricolo, mentre senza dubbio ostacola l'equilibrato sviluppo di tutte le attività economiche. L'ultima Relazione della Banca dei Regolamenti Internazionali afferma che l'azione dei vari Governi non è stata im·postata in modo da stimolare uno spostamento di risorse in conformità all'espansione della domanda. Detta azione governativa si è interessata soprattutto delle eccedenze, limitando le importazioni, finanziando l'accumulo delle scorte (è una caratteristica nostra peculiare), sovvenzionando le espartazioni (si veda il caso del nostro zucchero ecc.). In tale situazione, merita un accenno particolare il grano, il cui consumo tende a restare stazionario se non a diminuire con l'aumento del reddito; dato che, raggiunto un certo livello, il bilancio alimentare si orienta più verso la qualità che sulla quantità, con maggiore richiesta, pertanto, di carni ed ortofrutticoli. Da una indagine DOXA del 1955, volta ad individuare l'elasticità di alcuni consumi in vista della realizzazione del Piano Vanoni, si apprende che contro una unità di aumento del reddito, il consumo del pane salirebbe del solo 0,25%, contro lo 0,93% della carne e lo 0,96 per cento della frutta (gli alimentari nel complesso aumenterebbero dello 0,63%, contro l'l,90% dei beni durevoli di uso domestico e I'l,50% delle spese di carattere culturale e ricreativo). In caso di mancato adeguamento alla domanda da parte dell'offerta di detti beni con più alta elasticità, si dovrebbe verificare, come in effetti si sta verificando, una lievitazione dei prezzi ad uri liyello in cui praticamente l'influenza dell'aumento dei redditi va ad annullarsi. Si vedrà in seguito come a causa della vischiosità del sistema distributivo, l'aumento del prezzo non giunga che in misura molto attenuata alla campagna', ostacolando il raggiungimento di un nuovo equilibrio mediante miglioramenti produttivi, ossia investimenti. Orbene, nonostante questa situazione, nonostante il fabbisogno sia ormai ampiamente raggiunto e superato, la superficie a grano tende ad aumentare ed il problema dello squilibrio fra cerealicoltura, zootecnia ed ortofrutticoltura resta aperto. Non v'ha dubbio che tale fenomeno si debba ascrivere alla politica di sostegno dei prezzi praticata attraverso il sistema degli ammassi granari, il cui mantenimento, oltre tutto, grava sull'economia generale del paese, per gli alti costi di gestione e per la massiccia esposizione creditizia del sistema bancario. Secondo i dati del Ministero del Tesoro il disavanzo di tutte le campagne di ammasso, a partire dal 1914 fino al 1956, ammonta a oltre 350 miliardi. Per il solo grano, e limitatamente alla campagna 1955-56, si ha un deficit di oltre ~8 miliardi . .. [46] Bibloteca Gino Bianco

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