Nord e Sud - anno V - n. 39 - febbraio 1958

estese a qualsiasi tipo di scuola, a studenti di qualunque età. Una di queste è la cc festa degli alberi ». Se si dà retta ai quotidiani che, ogni anno, pun-- tualmente, ne fanno la cronaca, si dovrebbe credere che si rinnovi in tale occasione un'idilliaca comunione di spiriti tra i partecipanti, cioè gli studenti, e la natura. Poiché si tratta di una « festa » di antica tradizione, e che tutti mostrano di considerare intangibile oltre che educativa in sommo grado, sia consentito a chi ha accompagnato più volte, negli ultimi anni, i suoi allievi a tale manifestazione, e ne ha osservato da vicino le reazioni, di presentare l'avvenimento sotto una luce più realistica. Tralasciamo il fatto che anche questa « festa » si tiene, come al solito, in ore di scuola, sottraendo un'altra mattina al già ridottissimo calendario scolastico: pare che la scuola non possa partecipare alla vita della colletti-- vità in altro modo che sospendendo le lezioni. Alla « festa » in parola sono « comandate » scuole di vari ordini e gradi: sicché convengono sul luogo della cerimonia i bambini delle elementari e gli studenti delle scuole medie superiori. Ora, se un discorso di circostanza e lo spettacolo del piantar alberi possono rafforzare, come dicono accada, la « coscienza forestale » dei bambini di 6-11 anni, ben diverso effetto provocano in giovanotti e signorine di 16-19 anni e più. I giovani sono dotati di capacità di osservazione e di senso del reale più di quanto non si creda: essi assistono alla manifestazione punteggiandola di battute ironiche, sottolineando quanto di vacuo, di artificioso, insomma di retorico c'è nell'apparato e nello svolgimento. Né si può dire che abbiano sempre torto, o che la reazione sia dettata soltanto dall'amore della critica per la critica, caratteristico della loro età. La verità è che la coreografia consueta alla « festa degli alberi » non rafforza affatto la « politica forestale » di cui ha bisogno ìl- Paese, almeno nella coscienza di chi non è più bambino; si risolve, invece, in un'occasione di annoiata allegria, e quindi in un'azione diseducativa, poiché incoraggia e abitua a volgere il serio in burletta. Soltanto l'inguaribile mania di retorica ereditata dai secoli dello spagnolismo ci permette di colorare arcadicamente una realtà tanto diversa. Purtroppo il discorso, come abbiamo veduto, potrebbe essere allargato., e riferito ad altre manifestazioni, divenute frequenti negli ultimi anni. Pian piano torna a farsi strada il malvezzo di tempi ormai lontani, quando la vita della scuola era continuamente frastornata da celebrazioni, feste, adunate coatte, vacanze straordinarie, temi-concorso da svolgere naturalmente nelle ore di lezione, senza che i concorrenti fossero adeguatamente preparati ecc.: il tutto all'insegna del convenzionalismo e del conformismo. Non contestiamo che certe date, certi fatti, certi problemi debbano essere ricordati o illustrati nella scuola. Siamo appunto sostenitori del principio che la scuola deve guardare alla vita contemporanea, essere legata alla vita della comunità. Contestiamo, invece, che il modo in cui questi fatti o [44] Bibloteca Gino Bianco

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