liana, costituirebbero certamente coqdizioni obiettive operanti immediatamente in senso contrario. Non definitiva e irreversibile, dunque, la «ripresa» del P.C.I., oltretutto perchè il destino della libertà non ruota nell'orbita di nessun satellite; preoccupante, però, e tale da imporre a tutte le forze politiche democratiche un severo esame di coscienza. Perchè, se è vero che vi sono sollecitazioni centrifughe che giocano ancora ai danni del frontismo, e più di quanto avve11issenel passato, è altrettanto vero che vi sono forze centrifughe scatenate e incontrollate che stanno letteralmente lacerando il tessuto di quello schieramento democratico che pure aveva a suo tempo sterilizzato l'avanzata comunista, infrenato la risacca fascista, sollecitato l'autonomia socialista. n. d. r. Ritorna la GIL? Il « Notiziario interno» dell'UGISS (Unione genitori e insegnanti della scuola di Stato), sotto il titolo: ,e Temi per concorsi a premi nelle scuole )>, pubblica un lungo, impressionante elenco di « componimenti » assegnati, con autorizzazione, nelle scuole elementari e medie di Stato durante lo scorso anno scolastico. Alcuni di questi . concorsi o di questi « temi » si possono giustificare: come il concorso per i migliori temi ispirati a visite ai Musei (per la scuola media inferiore: 16 aprile· 1957), o il concorso nazionale per il disegno del fanciullo (scuole medie inferiori: 23 febbraio 1957). Altri possono essere giustificati soltanto in astratto, nel senso che il tema assegnato presu•pponeva un ciclo di lezioni illustrative del medesimo, che il docente non può fare, se vuole svolgere il programma annuale delia sua classe. Ma anche per il primo gruppo di concorsi valgono talune considerazioni generali che ne mettono in dubbio il valore reale, effettivo, ai fini del potenziamento generale della scuola italiana. Se la partecipazione degli alunni fosse, invece, del tutto facoltativa, e se le manifestazioni suddette si svolgessero sempre fuori dell'orario scolastico, nulla vi sarebbe da eccepire; anzi, vi sarebbero motivi per rallegrarsi di tante iniziative. Ma la facoltatività è soltanto apparente: giacché sono pochi i presidi e i direttori che hanno il coraggio di comunicare in alto, francamente, che nessuno studente ha accettato di aderire alla prova. Prevale, invece, la preoccupazione di fare bella figura dinanzi al superiore; perciò si fanno pressioni sugli allievi, o almeno sui migliori di essi, ·perché partecipino al concorso. Ne deriva che l'alunno, indotto a partecipare << volontariamente » alla gara, chiede subito l'esonero tempo- [41] Bibloteca Gino Bianco
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