Nord e Sud - anno V - n. 39 - febbraio 1958

teresse di molti analisti per questa innovazione, occorre però non dimenticare che a svilupparla hanno atteso altri studiosi legati alla migliore tradizione culturale italiana (25 ). Conclusione. L'ultima constatazione potrebbe ben concludere questo scritto, poichè essa ancora una volta dimostra che, se in Italia le direzioni di ricerca effettivamente aperte dalla filosofia analitica trovano altrettanto effettivi sviluppi, ciò è dovuto non ai fautori ad oltranza del neopositivismo, ma a studiosi forma tisi alla scuola europea del pensiero vichiano, kantiano e hegeliano ed a quella del più recente idealismo e storicismo italiano, che, secondo la nota affermazione di Antonio Gramsci, è « il momento mondiale odierno della filosofia classica tedesca», o a studiosi che, movendo dalle posizioni della .filosofiaanalitica, di quella scuola e 9ei suoi problemi hanno riscoperto la validità (26 ). Ma poichè occorre pur soddisfare all'obbligo letterario d'una conclusione, nessuna è più opportuna del ricordo d'un famoso passo d'uno dei libri certo più discussi del Croce, la Logica come scienza del concetto puro, nella quale è possibile leggere alcune parole ancor oggi profondamente vere e valide. Dopo aver ricordato le possibili obiezioni e le diverse interpretazioni date al pensiero kantiano e dopo aver insistito sulla necessità di far tuttavia di quel pensiero e del concetto in cui esso si compendia il vitale nucleo problematico d'ogni riflessione filoso.fica,il Croce scriveva (27 ): « Si può dire che chi non accetta la sintesi a priori è fuori della strada della filosofia moderna, anzi della filosofia senz'altro, e deve sforzarsi di trovarla o di ritrovarla, se non vuol bamboleggiare con l'empirismo, sdilinquire col misticismo o anna05) In particolare sono da notare in questo senso sia gli studi di Guido Calogero sull'eleatismo, sia i saggi di critica semantica di Antonino Pagliaro. ( 26) Dei primi, fra gli altri, è esen1pio lo stesso Norberto Bobbio; dei secondi danno testimonianza il Rossi-Landi e, più ancora, Ludovico Geymonat, che dalla polemica contro il << dominante soggettivismo >> è passato ad una più serena valutazione dell'immanentismo e dello storicismo. ( 21 ) Logica, cit., p. 141. [351 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==