elude deliberatamente l'obiezione mossa alla logica formale, il secondo è un tentativo indubbio di risposta, che pone però un ben più grave problema. Chi stabilisce e come si stabilisce l'ineccepibilità pragmatica dei risultati di tale processo? Se non si vuole ricadere in un circolo vizioso, occorre concludere che a stabilire ciò sono chiamate persone storicamente individuate che discutono di tale pretesa ineccepibilità con discorsi che, se non altro per riuscire intellegibili. si svolgono nel modo usuale, senza che in essi siano tenute in alcun conto le regole che la logica formale vorrebbe imporre, poichè, in ultima analisi, è proprio l'utilità o meno di tale imposizione il loro stesso oggetto. In conclusione, si creda o non si creda nella più o meno ampia o ristretta validità della logica simbolica, questa non è in grado di determinare le regole valide per ogni possibile discorso e nemmeno per quel discorso, per essa assai importante, che per avventura inducesse a costruirla. Con ciò non si pretende peraltro di esaurire la discussione, nè sul libro del Pasquinelli, nè, tantomeno, sulla logica simbolica. Il primo rnerita anzi un esame assai più dettagliato e tecnico di quel che convenga fare in questa sede, non foss'altro che per la serietà dello studio da cui è nato e per essere, dopo quindici anni di esortazioni neopositivistiche allo studio della logica simbolica, la prima originale opera italiana sull'argomento. Quanto alla logica simbolica, essa è tema di discorso ben altrimenti ampio di queste rapide notazioni, per l'utilità che essa mostra, sia c:ome strumento di sistemazione dei risultati delle scienze empiriche e astratte, sia per quel tanto che essa ha di << scienza reale >>, di scienza, cioè, che descrive i procedimenti di ricerca dei matematici. Ed è indubbiamente in cio, in questo suo essere non tanto logica simbolica, quanto piuttosto logica dei simboli, o meglio dei simboli matematici, non dunque logica matematica, ma logica « della >> matematica, che essa mostra il suo aspetto più proficuo. Che è poi la conclusione cui giungeva Guido Calogero alla .fine d'una lunga analisi del pensiero neopositivistico (1 8 ): conclusione e analisi che, per non averne trovato, almeno finora, la confutazione nè nel volume del Pasquinelli nè tantomeno in altri e più generici scritti di neopositivisti italiani, sarà lecito ritenere definitiva. ( 18 ) G. CALOGERO, Logica, Gnoseologia, Ontologia, Torino, Einaudi, 1948, pp. 109122 (metodo matematico e logica matematica) e 123-133 (simbolicità ed espressione). (32] Bibloteca Gino Bianco
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