Nord e Sud - anno V - n. 39 - febbraio 1958

dell'universalità; e cercò anche, ma con minor cui-a, poichè il problema usciva dal raggio dei suoi interessi, di chiarire quale fosse la natura delle espressioni non artistiche e non letterarie. Se dunque da una considerazione meramente linguistica si passa alla considerazione dell'intero contesto nella sua storicità, le parole del Croce appaiono certo non del tutto accettabili, ma non per la loro tautologicità, anzi, al contrario, per l'eterogeneità delle esperienze cui si riferiscono (12 ). b) Il concetto di « uso >>. Del resto che gli analisti trovino il loro limite principale nella scarsa consapevolezza della storicità del loro oggetto, . del dato linguistico, è conclusione cui si giunge movendo anche da altre considerazioni. Secondo la scuola analitica, i problemi fittizi e gli errori nascono quando il linguaggio « va in vacanza>>, secondo l'espre~sione usata dal Wittgenstein nelle sue Philosophische Untersuchungen (13 ) ossia quando formule e discorsi si allontanano dall'uso comune. ll lavoro d'analisi pertanto. non mira solo a individuare e a studiare l'ambiente linguistico entro cui si svolge la ricerca filosofica e scientifica, e no~ vuole limitarsi a dare a questa la coscienza, certamente preziosa, della storicità degli strumenti espressivi che essa adopera e da cui è condiz~onata, ma piuttosto presume di poter svolgere una funzione normativa: isolare ed eliminare le espressioni che si allontanano dall'uso comune, al quale ogni discorso andrebbe commisurato. Non è sfuggito a Nicola Abbagnano,. in un suo saggio sull'ultimo Wittgenstein (14 ), che questa concezione dell'uso ha scarsi fondamenti storici. In realtà, come sapevano perfino i letterati italiani che discussero la questione della lingua, l'uso, ove non venga determinato e studiato nel suo divenire storico, ossia con gli strumenti ed i metodi da un secolo e mezzo adottati dalla li11guistica storica, è un'entjtà inafferrabile e solo con un atto d'arbitrio è possibile assumerlo come norma rigida ed immobiie. Gli analisti si trovano dunque dinanzi ad un dilemma: o tentare ( 12 ) A conforto di queste tesi, in gran parte comuni alla generalità degli studiosi dell'estetica crociana, cito il mio lavoro, Origine e sviluppo della linguistica crociana, « Giornale critico della filosofia italiana», XXXIII (19?4), 3, pp. 376-91. ( 13 ) Ed. cit., 38, p. 19. ( 14 ) << Rivista di filosofia», XLV (1954), 4, pp. 447-56. f29] Bibloteca Gino Bianco ·

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