Solo avendo presente queste· considerazioni è possibile trovare una . spiegazione per alcuni fatti. Iilllanzi tutto, se nella minore letteratura neopositivistica l'adesione alle teorie della filosofia analitica non fosse di puro comodo, non si spiegherebbe come mai a tali teorie vengano spesso, negli stessi scritti congiunti motivi derivati dal marxismo, dall'esiste11zialismo, dal sociologismo cattolico. La filosofia analitica, veramente seguente << sinistrismo » culturale sono diventati una delle cause principali di confusione nell'ultimo decennio; e con ciò hanno facilitato il fraintendimento e la distorsi~ne della polemica anticrociana del Bobbio e del Geymonat. D'altra parte, a << parlar male» di Croce e della tradizione storicistica e idealistica, inducevano altri due fatti: lo scoraggiamento dinanzi all'asprezza delle polemiche filosofiche e il mito della << contemporaneità ». Dello scoraggiamento, come causa diretta di avversione per l'idealismo e dell'adesione allo scientismo neopositivistico, dà testimonianza GIULIO PRETI, Il mio punto di vista empiristico, Roma, Arti grafiche A. Urbinati, s. d. (ma 1955 o 1956), p. 2: ((Quando ho cominciato ad occuparmi di filosofia la situazione non era quel bellum omnium contra omnes, quell'urtarsi, più che di posizioni, di ambizioni personali, di libidini di dominio e/ o di servitù, di chiacchiere a vuoto dietro cui si nascondevano pienezze di interessi non precisamente... [puntini dell'Autore] speculativi. ( ... ) Di qui un bisogno di trovare piani di discorso e metodi più positivi ( ... ). In questo stato di cose la seduzione della scienza è irresistibile ( ... ). La logica simbolica o matematica riusciva a introdurre una chiarezza, almeno discorsiva, là dove la cosiddetta (( Logica filosofica >>non introduceva che oscurità e confusione ... Esistenzialismo ed empirismo logico, le due nuove forme di pensiero filosofico che secondo me risolvono definitivamente questa crisi, agirono in due direzioni ( ... ) cospiranti>>. Dei resto il mito della sicurezza è alla radice della Characteristica universalis, creata la quale, <(quando sorgeranno controversie, non ci sarà più bisogno di dispute tra due filosofi, più di quanto ce ne sia fra due computisti; basterà che prendano la penna, si seggano di fronte all'abaco e vicendevolmente si dicano: calcoliamo! ». Tale il parere di Leibniz. Quanto al desiderio di essere <<contemporanei», che, giustificando la polemica contro la tradizione, domina la letteratura neopositivistica ed è ampiamente documentato, non solo nel titolo, dal recente volume di G1uL10 PRETI, Alle origini dell'etica contemporanea: Adamo Smith, Bari, Laterza, 1957 (in particolare p. 5 e segg.), sarà il caso di rammentare le giuste e ironiche parole, ancora una volta, del Gramsci (op. cit., P· 146): <(In ogni tempo c'è stato un passato e una contemporaneità e "contemporaneo" è un titolo buono solo per le barzellette .... Si racconta d'un borghesuccio francese che nel suo biglietto da visita aveva fatto stampare appunto "contemporaneo ": credeva di non essere nulla e un giorno scoperse di essere qualcosa, proprio un " contemporaneo" >>~ · [22] Bibloteca Gino Bianco
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