Nord e Sud - anno V - n. 39 - febbraio 1958

Cinque (da cui sarebbe naturalmente esclusa la Germania, mentre sarebbe inclusa la Francia) e si sono sentiti incoraggiati nella loro resistenza all'impianto delle basi per i missili, forse anche per poter meglio « trattare >> l'atteggiamento americano sul problema algerino; la delegazione italiana, che era partita seguendo criteri di ortodossia atlantica, si è immediatamente adeguata al clima di detente; gli scandinavi hanno esultato; ed i più autorevoli giornali repubblicani di New York hanno denunciato la défaz'llance del più forte bastione atlantico in Europa. La posizione del Cancelliere ha insomma scatenato le forze centrifughe dell'alleanza. E, cosa più grave di tutte, ha dato ai tedeschi la sensazione, per falsa che sia, che la politica di Bonn è. mutata, che Adenauer antepone le trattative con Mosca alla riorganizzazione della difesa atlantica, che c'è un contrasto tra Stati Uniti e Germania, risolto dalla Germania in funzione di interessi preminentemente nazionali. Anche se i russi bloccano la possibilità di una politica pendolare tedesca, rifiutando di ritirarsi dalla Germania Orientale, la politica del Cancelliere apre lo spiraglio sul vecchio miraggio di un maggiore dinamismo politico, che i nazional11eutralisti tedeschi sognano da sempre, il dinamismo fatto di un gioco sottile, di equilibrio e di mediazione, tra Oriente ed Occidente, secondo la formula che fu di Bismarck, prima, di Rathenau e di Stresemann poi, ed infine di Ribbentropp; una formula di cui il Cancelliere non ha smesso di denunciare la sterilità, ricordando che non si può fare la politica di Bismarck senza la potenza della Germania di Bismarck, come non si può fare la politica di Stresemann senza l'appoggio della Reichswehr di Seeckt; che il radicale capovolgimento avvenuto nei rapporti di forza sulla scena internazionale obbliga la Germania, pena il suicidio, ad una intesa permanente con le democrazie occidentali; una formula, tuttavia, che esercita ancora il suo fascino, e della quale c'è quindi il rischio che Adenauer si sia trasformato in inconsapevole fautore con la sua presa di posizione a Parigi. Pur profondamente diversa, ed in qualche misura opposta, che sia l'ispiraziofl:e del Cancelliere da quella di Kennan, non si può non considerare significativo il fatto che l'opinione nazional-neutralista tedesca abbia accomunato le due prese di posizioni nel suo plauso e nelle sue speranze. Sia detto tra parentesi, a questo proposito, che una parte della stampa democristiana in Italia si è ampiamente compiaciuta della « nuo- [16] Bibloteca Gino Bianco I

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