Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

esercenti più deboli concorre indirettamente a mantenere alto il prezzo della· carne, in quanto evita che nel settore esista, tra ·i singoli esercenti, un regime di concorrenza favorevole ai consumatori. In un sistema tanto controllato - e da interessi così estranei alla vera sostanza del commercio - ·ogni ragione che valga a rendere più profondo il solco esistente tra ]a camorra che regola il mercato e le persone che l'imperio di quella camorra debbono supinamente accettare, viene accolta come un fatto da incoraggiare e da tutelare, in quanto capace di aumentare i guadagni, da un lato, ed i disagi delle categorie sottoposte, dall'altro. Nell'indagine che siamo andati svolgendo, abbiamo visto quale sia l' « iter >>che concretamente compie un chilo di carne e quali le voci che valgono a renderne sempre maggiore il prezzo. Dagli allevatori di bestiame - i quali, dal '50 ad oggi, hanno dimostrato di avere ben compreso il fenomeno e di non volersene stare a guar• dare senza prender parte alla festa -, alla vendita dell'animale a Nola, attraverso la costosa <<competenza>>del mediatore; dal trasporto dell'animale - anch'esso monopolio di pochi -, alla sua macellazione; dalle prepotenze dei macelli industriali, alla mancanza di una regolare cassa di prestito per gli esercenti, sino alla vendita, infine, del prodotto al pubblico; è tutta una rete di camorre, controlli ed interessi che la paura, la omertà e la protezione politica concorrono in egual misura a mantenere in piedi. All'inizio di questa inchiesta, nel confrontare il prezzo delle spese sostenute dall'esercente con quello dell'incasso, avevamo trovato una differenza notevole, un guadagno molto più alto di quello dovuto. 534 lire per ogni chilo di carne costituiscono, infatti, un guadagno superiore .a quello che il pu,bblico può pagare nell'acquisto di un prodotto così basilare nella alimentazione di ciascuno. ~a, dall'esame della situazione degli esercenti e dai numerosi disagi a carattere economico che anch'essi sono costretti ad affrontare, avevamo dedotto la conclusione che non sono gli esercenti i veri benefic~ari degli alti prezzi della carne e-che si doveva· pur spiegare in qualche modo quali fossero le reali direzioni del guadagno. [871 I Bibloteca Gino Bianco

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