dipendenti del macello, contribuendo inoltre, sia pure indirettamente, a mantenere alto il -prezzo della carne. Gli esercenti più deboli non dispongono dei mezzi materiali per potere commerciare allo stesso livello dei loro colleghi più p,otenti ed inoltre non possono usufruire ·di un istituto che, se realizzato, concorrerebbe grandemente a dare sicurezza e stabilità alle loro posizioni. I disagi degli esercenti, poi, si rifletton.o sui dipendenti, i quali, dal momento che vengono -pagati secondo il sistema del cottimo, sono fortemente danneggiati dallo scarso volume di lavoro che interessa attualmente il macello e •da ogni causa che questo volume possa rendere ancora più basso. Tutta la scandalosa situazione in atto nel mercato delle carni determina a,ppunto anche i gravi disagi economici in cui versa attualmente la categoria dei dipendenti del mattatoio. La posizione di questi lavoratori è quanto mai misera, essendo essi costretti in primo luogo a svolgere la loro opera servendosi ,di impianti antichi e poco efficienti (ed oggi un piano di rammodernamento del complesso non si raccomanda nemmeno, a causa delle poche attività che il macello è chiamato a compiere); ma, soprattutto, i dipendenti versano in -condizioni disagiate -per lo scarso volume di lavoro, che non ·consente loro di compiere regolari e completi turni lavorativi. L'interesse di questa categoria - come quello degli esercenti, come quello del pubblico - richied·e soltanto un normale processo lavorativo, nel quale il lavoro ,a cottimo potreb:be trovare un compenso maggiormente remunerativo. A questo scopo, le rivendicazioni a carattere economico della categoria sono state poche, proprio nell'intento di non rendere maggiormente costoso un settore che per il pubblico e per gli esercenti lo è già fin troppo. I In tal modo, le tariffe che regolano le ·prestazioni dei dipen·denti del Macello di Poggioreale sono rimaste pressocchè invariate dal 1949 ad oggi, costituendo l'unica eccezione in un settore che presenta ogni altra voce in aumento costante. Solo nel 1956, una loro azio11e di protesta ottenne un aumento sulle tariffe pagate dagli esercenti, nella misura di lire 400 per ogni capo di bestiame da abbattere. Ma la loro situazione va divenendo sempre più insostenibile ed è doloroso constatare come un ordinamento democratico debba permettere -che la p-repotenza e gli interessi di poche persone causino disagi per così vaste categorie. Infine - dicevamo - la man-cariza di una cassa di prestito per gli f86l Bibloteca Gino Bianco
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