_posta di consumo, IGE, bollo) e quelle relative a contributi e quote varie (UNAEM, MIAB, zootecnia, diritti di macellazione, trasporto, bolletta, manodopera da macello ecc.) raggiungono un totale di circa 35.000 lire; vale a dire che queste voci incidono sul prezzo della carne per 8.900 lire ,al quintale, cioè per 90 lire al chilo. Tale percentuale, però, è inferiore a quella reale; infatti occorre aggiungere che le voci da noi considerate sono :state calcolate << a peso, vivo>>dell'animale, per cui l'incidenza complessiva .su un chilo di carne effettivamente posto in vendita al pubblico raggiunge .all'incirca le 150 lire. Evidentemente, se pure si volesse considerare l'ipotesi assurda ed estre- _mamente favorevole alla categoria degli esercenti che tali voci venissero tutte improvvisamente abolite dallo Stato, e da quanti altri hanno diritto :a qu·ei contributi, egualmente si otterrebbe un risultato ben modesto in •quanto un chilo di carne- di prima qualità dovreb·be essere pagato a 1.350 -invece che a 1.500 lire. Un risultato molto modesto e che non varrebbe .in nessun caso a spiegare il fenomeno, dal momento che basta spostarsi . di appena dieci chilometri dalla cinta urbana della città di Napoli, per ;acquistare quella stessa carne, in una qualunque macelleria di Giugliano o <li Aversa, al prezzo di 1.100 lire al chilo. Al di fuori di quelle che sono le voci regolamentari che incidono sul _prezzo della. carne, vi devono essere dunque altri interessi, non più regolamentari, che concorrono a mantenere un regime di prezzi scandaloso, .costringendo, ciononosta11te, ad un grave disagio la categoria che da quel ·regime maggior profitto dovrebbe trarre: quella degli esercenti di ma- ,celleria. * * * Non è insolito, per la città di Napoli il fenomeno secondo cui alcuni . .settori che, sia pure in via indiretta, investono il pubblico interesse vengo110 -<< attraversati » e << controllati >> da persone e da ambienti che, con quel settore, dovre·b·beroavere ben poco a che vedere. Il fenomeno, è anzi molto .frequente. È noto come il commercio degli ortofrutticoli, ad esempio, sia costretto :a seguire le più rigide e controllate regole della malavita e come interessi analoghi in.vestano il settore del latte. Lo stesso fenomeno - ed in maniera assai acce.ntuata - si riscontra anche nel mercato delle carni; in modo tale f80l Bibloteca Gino Bianco
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