un consumo molto basso fa oggi riscontro un prezzo del genere eccezionalmente ,alto: il che, d'altra parte, risponde ad una delle più fondamentali leggi dell'economia. Dove, invece, le leggi dell' ~conomia vanno a farsj benedire - sopraffatte da altre leggi molto meno rispettabili, come vedremo - è nel rapporto, attraverso gli anni, esistente tra il prezzo di vendita delle c,arni al pubblico ed il prezzo del bestiame vivo. Se assumiamo come simbolo di questo rapporto un vitellone - ed in seguito ogni calcolo sarà riferito a tale modello -, vediamo che nel 1947 il prezzo dell'animale vivo era di L. 381 al chilogrammo; nello stesso anno, il prezzo di vendita della carne di vitellone, di primo taglio, er.a, nella città di Napoli, di L. 941 al chilo. Nell'anno seguente, ad un ribasso del prezzo dell'animale vivo fa riscontro un aumento nel prezw di vendita al consumatore. Le cifre sono, rispettivamente, di 262 e 986 lire al chilo. Lo str,ano fenomeno si è ripetuto nel 1949, anno in cui il vitellone veniva venduto dagli allevatori a L. 236 al chilo, mentre il prezzo di vendita al pubblico della sua carne era di L. 1.022. Nell'anno successivo, il prezzo del bestiame ha fatto registrare una nuova, legger.a contrazione; ed anche il prezzo della carne fresca, in quell'anno, ha fatto registrare un sia pur minimo ribasso. Infine, da quell'anno in ,poi, il rapporto è torn,ato àd essere << economico» : vale a dire, ad un progressivo aumento_ del prezzo dell'animale vivo ha fatto riscontro un continuo rincaro del prezzo di vendita al pubblico. È da ritenere che in questo sviluppo sia stato il prezzo al dettaglio delle carni ad influire sul prezzo praticato dagli allevatori; e che questi ultimi abbiano prete·so di più per la vendita del bestiame proprio in considerazione degli altissimi prezzi che il consumatore era chiamato a pagare. A questo punto, per mostrare, dopo quanto abbiamo detto, quale incidenza abbia il prezzo del bestiam1 e vivo su quello praticato nelle macellerie, ci sembra interessa.r:ite esaminare dettagliatamente le singole voci che determinano il prezzo finale della carne. Se prendiamo come base un vitellone vivo dal peso di quattro quintali, noi abbiamo che l'esercente per comprare tale animale deve pagare 350 lire al chilo; vale a dire che la prima spesa, necessaria per l'acquisto dell'animale vivo dall'allevatore, è di lire 140.000. A questa spesa iniziale, bisogna aggiungerne numerose altre di· minore entità; più precisamente, lire 11.088 per l'imposta di consumo; lire I 771 Bibliotecaginobianco
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