Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

della regione non. può essere separato da quelli della provincia, del comune e della stessa amministrazione dello Stato. E finchè non si avrann·o idee precise su ciò che si vuole e su ciò che si può fare per migliorare la struttura amministrativa del Paese, i discorsi resteranno vuote esercitazioni accademiche, o tirate propagandistiche. È inutile, insomma, parlare in astratto dei vantaggi di un istituto, come si farebbe in un'aula universitaria: quel che occorre è pensare e discutere fin nei dettagli riforme utili hic et nunc, e realizzabili. Nella risoluzione finale del convegno si dice che la regione svolgerebbe ,e un'azione incitatrice delle iniziative individuali intese al miglioramento delle aree depresse ». Può darsi. Si spererebbe. Ma sarebbe forse il caso di vedere prima se e quali reali sintomi vi siano dell'esistenza di forze politi- .che ed economiche tendenti ad una visuale anche regionale, e suscettibili di unirsi per un coordinamento di sforzi nell'ambito della regione. La regione tanto più solidamente fondata sarebbe quanto più risultasse come l'espre~- sione politica e giuridica di una realtà già spontaneamente in atto, almeno in una certa misura, nella società italiana. Perchè, ad esempio, non spingere le esistenti Unioni delle provincie ad evolversi, per quanto sarebbe loro possibile, come un'anticipazione dell'Ente Regione? In tal caso si potrebbero già mettere a fuoco, concretamente, taluni dei più spinosi problemi della regione. Quanto alla richiesta di estendere ai comuni di immigrazione la legislazione per i mutui ai comuni depressi, sembra anche questa una formula pericolosa, perchè un po' alla volta altre categorie di comuni potrebbero essere tentate di chiedere questa estensione, con la conseguenza finale di una totale vanificazione della legislazione di favore. Per concludere, l'iniziativa potrebbe avere sviluppi interessanti, Tanto meglio se nel frattempo saprà allargarsi ad altre politiche, tecniche e culturali. Qualcuno ha affermato che il problema dell'Alto Milanese va esaminato nel quadro degli studi in corso per il piano territorial~ lombardo. Ottima cosa anche questa, semprechè non serva a far perdere il senso del con- ,creto che è l'aspetto per ora più confortante dell'iniziativa di Limbiate. CESARE !\1ANNUCCI [74] Bibloteca Gino Bianco

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