Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

vita più moderna e civile. La risoluzione finale accoglie la prima tesi, indicando le cause prime dell'immigrazione « nell'arretratezza e insufficienza economica di alcune zone del Paese, con origini antiche e mai risolte ». Sembra fondata, in realtà l'una e l'altra affermazione. La divergenza, in fondo, deriva solo da una insufficiente consapevolezza del fatto che, quand'anche l'agricoltura italiana non fosse in molte zone e in molti settori così arretrata, e i più annosi proble1ni fossero stati ormai risolti, un gran numero di persone lascerebbe ugualmente le campagne, come è accaduto o sta accadendo in tutti i Paesi avviati ad uno sviluppo economico moderno. l.1a agricoltura è in difficoltà in tutto il mondo, Stati Uniti co·mpresi, perchè si trova, e si troverà a lungo, in una condizione di grande inferiorità rispetto alle altre attività umane, e in primo luogo rispetto all'industria. C'è qui11di in atto in quasi tutto il mondo un grande moto di assestamento, che si sviluppa dalle campagne verso le città e le zone industriali, inteso a raggiungere un nuovo equilibrio economico-sociale (soio in rari casi, nei Paesi dove il processo dell'esodo rurale è del tutto concluso, si può parlare di « spopolamento », cioè di un fenomeno negativo), nel cui quadro soltanto è prevedibile una piena ripresa dell'agricoltura. Ora, in Italia tutto questo avviene in condizioni più drammatiche di quelle riscontrate o riscontrabili in altri Paesi occidentali, per l'incidenza di alcune particolari circostanze: aumento della popolazione avvenuto a ritmo assai superiore a quello di aumento della ricchezza; squilibrio storico tra Nord e Sud; irrazionalità delle politiche agrarie governative; insufficiente iniziativa economica in diverse zone del Paese, ecc ... Ma il processo è necessario, e inarrestabile. All'inizio del secolo, quando l'industria era in Italia un settore di minore importanza, i cittadini, e gli operai non qualificati, emigravano all'estero, principalmente in America. Ora, rid·otte notevolmente le possibilità di espatrio, e mutato anche in Italia il rapporto di importanza economica e sociale tra agricoltura e industria e commercio, i contadini si dirigono verso quelle zone del Paese dove l'economia mo·derna ha ormai basi solide, come nell'Alto Milanese, o a Torino, o in Liguria. Le difficoltà sono tante, sia per chi accoglie che per chi è accolto, ma dovranno essere superate in una visione lungimirante. Stando così le cose, credere poi che l'avviare eventualmente a più. rapida soluzione i problemi del Mezzogiorno varrebbe a fermare, o quasi, la immigrazione, se non è una pura formula propagandistica, è certamente una visione semplicistica della realtà italiana. L'esodo investe tutte le campagne, anche le più progredite, come quelle del Vercellese e del Novarese; e quanto alla industrializzazione del l\Iezzogiorno, essa, anche prescindendo dagli errori e dalle insufficienze della politica governativa, non potrà avere effetti tangibili che dopo un certo numero d'anni, e solo allora sarà in grado, non [721 Bibloteca Gino Bianco

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