Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

di questi una cospicua parte dal Basso Milanese, zona pressochè esclusivamente agricola e angustiata da molti e non facili problemi; il 30% dal Veneto; e il rimanente dalla Liguria, dall'Italia centrale e dal Mezzogiorno continentale e insulare. L'entità dell'im.migrazione meridionale è dunque ben lontana dal giustificare le querimonie circa la « meridionalizzazione » della Lombardia che certa stampa ammannisce quasi quotidianamente ai propri lettori. È una corre11te certame11te assai più vivace che in passato, e destinata ad ingrossarsi, ma non è assolutamente quell'invasione torrentizia che gli arrabbiati « nordisti » amano denunciare. Un confronto tra la popolazione presente in alcuni comuni negli anni 1950 e 1956 consente forse un apprezzamento più aderente della portata dell'immigrazione postbellica. A Limbiate, da 9.000 abitanti si è passati a 14.000, a Senago da 5.000 a 8.500, a Padren·o Dugnano da 14.000 a 19.000, a Cesano Maderno da 16.000 a 21.000, a Sesto da 44.000 a 51.000. Come si vede, in taluni casi l'incremento è imponente: a Limbiate è stato del 55%, a Senago del 54%. Le amministrazioni comunali, quasi tutte di sinistra, si sono trovate dinnanzi a problemi senza precedenti. Gli oneri finanziari per l'edilizia, l'istruzione, l'assistenza, i servizi pubblici, gli impianti igienici, ecc. nonchè quelli organizzativi e tecnici, si sono di anno in anno talmente appesantiti che oggi i bilanci non appaiono più in grado di far fronte ai compiti istituzionali. Si prenda il caso di Cinisello (dove la Pirelli ha impiantato di recente un nuovo complesso, produttiv·o). Il comune non riesce ad affrontare, anzi- - tutto, i problemi edilizi. Nell'ultimo decennio sono state costruite quasi 2.000 abitazion.i, per il 95% ad opera di immigrati. Sono in massima parte abitazioni di fortuna, concentrate in borgate - le cosidette « coree » - ai margini del paese. Codeste borgate hanno bisogno di tutto: fognatura, strade, acqua potabile, ambulatori, asili; ma il comune non riesce a soddisfare che in minima parte queste necessità elementari, che richiedono centinaia di milioni di spesa. Inoltre, quasi duecento famiglie vivono ancora in scantinati, stalle, ecc... Nel campo della scu·ola la situazione non è migliore. I fanciulli a cui occorre provvedere per l'istruzio11e sono saliti a 2.000. cc La carenza delle aule - ha detto il sindaco - è spaventevole. Il comune ha 29 aule, e ognuna dovrebbe conten-ere 70 bambini. E poichè n·on è possibile che un insegnante possa far lezione a così tanti bambini, si sono dovute sdoppiare le classi, riducendo l'orario. Il con1une ha contratto un mutuo di cento milioni per costruire un nuovo edificio scolastico: ma ogni anno sorge la necessità di quattro nuove aule ». Le spese di spedalità, che nel 1946 ammontavano a poco più di u11milione di lire per 36 ricoverati, nel 1956 sono arrivate a quasi 18 milioni, per 1.345 ricoverati. Il comune ha ora 30 milioni di debito per spese di spedalità arretrate, giacchè le azioni di rivalsa, (68J Bibloteca Gino Bianco

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