I Le ragioni che indussero i primi abitatori a scegliere le loro dimore su alture inaccessibili hanno ovvia1nente perso oggi tutta la loro validità. Nello stesso tempo il poco spazio disponibile è ora occupato da un numero di abitanti enormemente più elevato. Perciò, mentre da una parte nell'abitato si verifica un pauroso progressivo affollamento, con. un conseguente peggioramento delle cond1izioni di vita e di abitudine, dall'altra la ricerca di un sempre nuovo spazio disponibile porta, come si è visto, a costruire su suoli che non possiedono i necessari requisiti di stabilità, dando così l'avvio ad inevitabili dissesti a cui portano un notevole contributo gli scavii (e le perdite) di acquedotti, di fognature, di strade. Ma oltre a questi inco,nvenie11ti di carattere urbanistico-edilizio, altri ben più gravi se ne presentano, di carattere economico, che incidono gravemente sulle possibilità di· sviluppo. Le parti del territorio comunale più ricche e meglio coltivate o coltivabili, venute a cessare le ragioni che le rendevano malsicure o insalubri, sono ora le valli e le pianure. Da queste il nucleo abitato si trova lontano e difficilmente accessibile: perciò mentre le zone del territorio comunale suscettibili di maggiore sviluppo non possono essere sfruttate convenientemente dagli abitanti del paese, costretti a mille disagi per raggiungerle, il paese stesso si trova tagliato fuori dalle aree che presentano migliori prospettive. Ne consegue un circolo chiuso di depressione che, oltre a provocare un peggioramento continuo delle condizioni di vita dei nuclei abitati, incide su tutte le possibilità di ris·ollevamento dei territoni meridionali dalla secolare depressione. Soltanto una attenta opera di pianificazione può rompere questo circolo chiuso, dando l'avvio ad una espansione decentrata, che alleggerisca la pressione sui vecchi nuclei abitati. l\1a naturalmente ciò significa, per i comuni, non soltanto mettere allo stt1dio il piano regolatore generale e pretenderne il rispetto da parte degli abitanti, ma sopratutto indirizzare le nuove espa11sioni mediante la creazione di servizi, intorno a cui si possa acce11trare la vita dei nuovi insediamenti. Si potrebbe anche giungere alla formazione dei demani comunali di suoli, da cedere ai privati una volta attrezzati. Ma tutto ciò presuppone che, almeno nelle grandi linee, siano conosciute le direttrici di maggiore sviluppo regionale, le vie di grande comunicazione da attuare, i lavori pubblici in programma, i piani di Enti come i Consorzi di Bonifica o l'Ente Riforma. Come potrà un povero Comune indirizzare il proprio sviluppo verso una valle anzichè verso un'altra, ad esempio, se n·on potrà sapere preventivamente in quale delle due, in futuro, passerà una strada di traffico? Cioè: è soltanto dalle linee generali di una pianificazione regionale che i comuni potranno trarre direttive per i propri programmi di espansione. Programmi che potranno indurre buona parte degli abitanti ad abbandonare le loro case malsane e pericolanti, a toglierli dall'incubo della frana, dalla massacrante fatica di lunghe ore di percorso giornaliero per raggiun- [65] Bibloteca Gino Bianco
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