intervento sui problemi economici del «decennio») e l'illustre italianista della · Sorbona, Henry Bédarida. La funzione che i Congressi dell'Istituto per la Storia del Risorgimento assolvono, non ~ soltanto quella di pungolare alle ricerche particolari gli stud,iosi locali, facendo mettere in luce i fasci di carte sepolte nella polvere degli archivi (ma non è questo il caso di Salerno, il cui Archivio di Stato, per efficienza organizzativa e per operosità culturale, è un vero modello) che è pure funzione .utilissima per la promozione d'una coscienza storica più diffusa e più scaltrita fra gli uomini di cultura; essi hanno altresì una funzione propriamente etico-politica, che è quella, cui sopra si accennava, di salvaguadare certi valori non già richiudendoli nei tabernacoli e nei santuari, ma valendosene come pietra di saggio e metro di giudizio nella continua disamina che la coscienza civile è chiamata a compiere dei problemi della vita nazionale, operando una scelta fra le tradizioni da difendere e quelle da respingere, fra i veri e i falsi ideali da riconoscere. In questo senso,. la opera del Risorgimento non è finita con l'unificazione, ma è da aillora cominciata, specie nel l\tlezzogiorno, in cui la formazione d'un nuovo costume civile del cittadin·o fu il còmpito che si presentò alla classe dirigente all'indomani stesso delia « crisi finale »; tar1t'è vero, come ebbe a dire il Moscati nella sua relazione, che « il paese (del Sud) era maturo per quella fine, e fu la sua adesione, tardiva, conformista, passiva quanto si vuole, ma pressoché completa in ogni suo stato, a rendere possibile il miracolo del 1860 »; ebbene, era proprio a tal sorta di miracoli (come ha mostrato l'altro episodio cruciale della nostra storia, e cioè la caduta del regime liberale riel 1922) che bisognava venire approntando il rimedio, trasformando quella « adesione passiva » in partecipazione attiva, quella remissività storica in senso di responsabilità politica, quella abulia spirituale in cosciente volontà di iniziativa. La nuova, autentica minaccia di borbonismo che oggi incombe sulla vita. politica del Mezzogiorno d'Italia, e che ha in Napoli il suo centro d'infezione come lo ebbe un tempo, mostra quanto lavoro è ancora da compiere perchè non abbiano a fare ritorno antistorico, fra la gente del Sud, quelle condizioni di sonnambulismo politico ed amministrativo, dalle quali il Risorgimento Italiano ebbe a destarla nella luce di un nuovo giorno; e che tornarono a gravare sul nostro paese durante l'ipnosi del ventennio fascista,. sino alla seconda « crisi finale » dell°istituzione monarchica; anche essa, al pari della precedente, annunciata da sicuri sintomi premonitori, e dalle voci soffocate negli ergastoli o levate libere negli esilii, quando ancora poteva parafrasarsi l'osservazione del Settembrini, che « prima del '60, erano borbonici perfino i gatti di casa »; gli stessi gatti che erano domestici del re~ime fascista sino al 1943. Le cause ideali e le conseguenze sociali della seconda crisi finale di regno hanno richiamato, con manifesta evidenza, quel- [57] Bibloteca Gino Bianco
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