Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

.II Risorgimento nel Mezzogiorno Il 20 ottobre di quest'anno, i partecipanti al XXXVI Congresso dello Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, che si teneva in quei giorni nella città di Salern·o, si recarono a Sapri, per la cerimonia di chiusura delle celebrazioni centenarie della spedizione di Carlo Pisacane. I congressisti si radunarono in piccola folla dinanzi al monumento dell'Eroe, che1 sorge tra le aiuole e le palme del locale giardinetto pubblico, e che lo ritrae in atteggiamento pacifico, col cappello alla cacciatora e lo schioppo al piede, mentre lo sgu~rdo sembra seguire il volo degli uccelli vers·o le brulle cqlline del1' antico Principato citeriore. La statua era vigilata da due carabinieri, e ad entrambi i lati facevano ala i bi1nbi delle scuole elementari, sorvegliati da monache con grandi cappelloni neri; erano convenute le autorità cittadine, Sindaco, Capitano dei Carabinieri, Comandante dei Vigili Urbani; e con loro c'erano i notabili del luogo, in dignitosi abiti scuri. Un caldo sole ottobrino inondava la piazza, le vie e la vicina marina di Sapri, conferendo alla cittadi11a lo splend·ore d'una cartolina ill11strata da centro turistico balneare. In questa atmosfera di festicciola borghese, il ricordo dell'infelice tentativo rivoluzionario, che fu cagio11e di ta11to trambusto per i bempensanti del tempo e che venne scontato con la vita dai suoi promotori, assumeva il tono di affabile retorica, diver1iva quasi dolce nella memoria come una favola di orchi e di guerrieri udita nell'infanzia, e conferiva una patetica verità alla sentimentale cantilena di Luigi lvlercantini, La spigolatrice di Sapri} che tutti abbiamo imparata sui banchi di scuola. Ma la malinconia che deriva dai confronti fra i periodi epici e quelli successivi, quando alla poesia dell'azione è ormai subentrata la prosa delle · commemorazioni lifficiali, è una cattiva consigliera, come il Croce ammoniva nelle prime pagine della sua Storia d'Italia postrisorgimentale; e del resto il problema oggi per noi non è quello di mante11ere sugli altari una mitologia eroica, bensì quello, assai più serio e impegnativo, di sceverare nel nostro recente passato le radici e le ragioni dei n·ostri problemi presenti, senza indulgenze e senza risentimenti, ma tenendo fermi peraltro quei princìpi e quei criteri di valore che soli ci consentono di continuare degnamente in un'opera intrapresa da •precedenti generazioni, per svolgerla e per migliorarla. Abbiamo accennato alla cerim·onia di Sapri, ma va riconosciuto che essa rappresentò la vacanza domenicale nei lavori del Congresso dell'Istituto per il Risorgimento, la c~i attività ed il cui tono non disdicono, per fortuna, alla n·obiltà del suo titolo culturale; anzi potrebbe dirsi che la vita dell'Istituto costituisce, seppure trasportata sul piano della riflessione e dell'indagine storica, l'autentica prosecuzione di quella idealmente vissuta dagli uomini del nostro Risorgimento, perchè intesa ad illuminare quegli stessi problemi che li travagliarono, con una consapevolezza critica che, è da sperare, non subirà offuscamenti a causa del clima di nuovo confor~ismo politico che va diffon- [55] BiblotecaGino Bianco

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