Con tale sistema - attravers·o un criterio cc comparativo » la cui fal- , Jacia è da tutti riconosciuta - è aperta la possibilità a magistrati meno an- .ziani di scavalcare i più a11ziani. Si accende, così, in alc:!]ni, con Il velleità ,di scavalcare, quella « febbre delle promozio11i » che, come già tanti anni fa ricordava lo Zaµardelli, costituisce il maggior pericolo per la indipendenza dei giudici, e si pone in tutti gli altri la comprensibile preoccupazione .di non essere scavalcati. Gli uni e gli altri sori così resi ancor più bis·ognosi -dei favori, degli appoggi, delle raccomandazioni che, attraverso la catena .delle varie personalità, mirano in definitiva a raggiungere gli ambienti più vicini al ministro. Giova ripetersi la domanda: dov'è quella « indipendenza cla ogni altro Potere » garantita dalla Costituzione? Più volte - e per ultimo nel loro recente C·ongresso di Napoli ed in t1na successiva assemblea tenutasi a Bologna - i magistrati hanno pubblicamente dichiarato la loro volontà ed il loro bisogno di affrancarsi dal « gerarchismo » (che fa cap·o in definitìva al ministro) e dal «,carrierismo» (che del gerarchism·o costituisce il principale sostegno). Più volte hanno reclamato da un lato, attraverso l'attesa legge sul Consiglio Superiore, l'indipendenza cl1e la C·ostituzione loro promette verso rinterno e verso l'esterno, cioè verso i « superiori » e verso il ministro, e, dall'altro lato, l'abolizione del sistema dei « concorsi », il quale in ogni caso, come s'è detto, li rende estremamente bisognosi dell'appoggio vuoi dei superiori vl1oi del ministro. Attraverso queste due richieste (legge sul Consiglio Superiore e abolizione dei cc concorsi ») i magistrati mirano direttarr1ente alla conquista della loro libertà. È chiaramente indicativo il fatto che alle resistenze che i magistrati incontrano relativamente alla prima richiesta faccian riscontro analoghe resistenze in ordine alla seconda. E mentre in ordine alla prima si risp·on4e che la nuova legge sul Consiglio Superiore potrà essere varata nel corso dell'attuale le·gislatura purchè non, si prete11,1dariotroppi emendamenti al testo governativo (in altre parole, purchè i giudici rinunzino alla loro libertà), così, in ordine alla seconda, si assicura che gli attuali concorsi saranno soppressi, ma, sotto il pretesto di assicurare una necessaria selezio1 ne tra i giu- ·dici (selezione già abbonda11temente assicurata dal sistema dello « scrutinio »), si vanno almanaccando nuovi sistemi cl1e con qualche variante rispetto all'attuale (concorsi per esami anzichè per titoli, riduzione del nt1mero dei posti ed estensione di partecipazione a magistrati ancor meno anziani), non solo non eliminerebbero, ma accentuerebbero, anzi, la piaga del carrierismo, rendendo ancor più vincolata, per conseguenza, la libertà dei giudici. C'è evidentemente qualcuno cui giova che i giudici siano ancora man~ tenuti in uno stato di soggezione. PASQU '\LE EMILIO PRINCIPE BiblotecaGino Bianco
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