Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

legge governativo riuscì a passare, peggiorato, per dippiù, da alcuni emendamenti presentati dallo stesso ministro all'ultimo momento) eran riuscite a richiamare l'attenzione dei componenti la Commissione di giustizia alla Camera, e molti di costoro - anche tra gli appartenenti al partito di maggioranza - le avevano accolte e fatte proprie, fino a costringere il ministro (Moro) a prenderne ufficialmente atto, sorge così, a questo punto, il timore cl1e, di fronte alla necessità di ricondurre il disegno di legge nel solco segnato dalla Costituzione, si preferisca rinviarlo ancora, rinviarlo genericamente ad :altra legislatura: in una parola, « insabbiarlo ». Nè vale a diminuire quel timore, anzi lo accresce, ciò che recentemente ,è stato da qualche parte dichiarato, e che cioè l'attesa legge potrà essere varata in questo scorcio di legislatura purchè 11,onsi pensi di modificar troppo .il testo governativo già approvato dal Senato. Qui è il pericolo. Il problema della nuova legge sul Consiglio Superiore della magistratura ·altro non è che il problema della effettiva - e non soltanto apparente - indipendenza organica e funzionale dei giudici. Una legge che non garantisca quella indipendenza violerebbe la Costituzione e non risolverebbe il problema: lo aggraverebbe, anzi, ponendo un nuovo suggello alla soggezione dei giudici. ' Si sappia, infatti, che i giudici versano attualmente in uno stato di soggezione che è tanto grave qt1anto poco noto, e che è doveroso rendere palese. Si premetta, anzit11tto, una verità che dovrebbe esser chiara alla mente di tutti: il malcostume che è alla base della cancrena del nostro Paese, quella icancrena che da molti, da troppi, è accettata quasi come una tragica fatalità, non potrà aver fine se non si restituirà libertà alla giustizia, se 110n si , p·orranno i giudici in condizione di poter colpire tutte le disonestà, in alto prima ancora che in basso. Questa verità potrà forse spiegare la ragione della indiscutibile esistenza ·di forze le quali, al di là delle verbali affermazioni da tutti proclamate sulla necessità di attuare la Costituzione concedendo ai giudici la loro indipendenza, s·ono in realtà riuscite finora a far sì che una legge correttamente costituzionale non sia stata ancora attuata; che si pensi ancora a mandare, invece, avanti un disegno di legge che, violando la Costituzione, nega e non concede indipendenza ai giudici; che l'attuale situazione di s·oggezione dei giudici . ·sia ancora mantenuta. Per tre mezzi principali viene mantenuto lo stato di soggezione dei giudici: i trasferimenti, le promozioni, il potere disciplinare. Tralasciando quest'ultimo, che richiederebbe una trattazione a parte che qui risulterebbe troppo lunga, ci limiteremo ad un accenno sui primi due, che pur richiederebbero più ampia trattazione. [52] Bibloteca Gino Bianco

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