Il Governo non dovrebbe perdere questa possibilità, o sprecarla designando pers·onalità non all'altezza dei compiti. L~ notizia che circola da più parti di una candidat11ra del prof. Pasquale Saraceno, che godrebbe dell'appoggio governativo, è per noi ragione di grande compiacimento. (~"è da sperare che gli altri numerosi impegni, « nazionali », dell'eminente stu-- dioso 110n lo d.istolgano dalla opportunità di accettare questo compito, a nostro avviso di importanza decisiva per l'avvenire del l\fezzogior110 e dell'Europa. Il suo recente, lucido rapporto al Presidente del Consiglio sullo Schema di sviluppo ed il Mercato Comune Europeo serve a riaffermare, seancora ce ne fosse stato bisogno, l'indissolubile legame che corre tra l'allargamento del mercato e la lotta contro la depressione meridionale. N. D. R. Libertà per la giustizia È noto che la Costituzione ha solennemente proclamato la indipendenza organica oltrechè funzionale dei giudici, stabilendo che « la magistratura costituisce un ordine autonomo ed indipendente da ogni alto potere », che· « i giudici, devono obbedienza s·oltanto alla legge » e che essi « si distinguono• tra di loro soltanto per funzioni » e non per gradi. È forse noto altresì che solo nel 1954 fu presentato dal Governo un disegno di legge, sulla costituzione del Consiglio Superiore della magistratura,, che avrebbe dovuto dare attuazione al dettato costituzionale. Tale disegno~. approvato dal Senato con alcuni emendamenti e trasmesso alla Camera, trovasi ancora presso la Commissione di giustizia di quest'ultimo ramo del Parlamento, ma di ess·o si fa scarso cenno allorchè si parla dei lavori che i11 questo scorcio di legislatura dovrebbero essere portati a termine da parte delle due Camere. Il quasi silenzio su di un così fondamentale problema non può non preoccupare quanti abbian·o a cuore le sorti del nostro· Stato. È da tener presente che contro il disegno di legge governativo alte critiche furon levate da uomini politici, da magistrati, da giuristi, da intelletti pensosi delle sorti della giustizia in Italia. Quelle critiche denunziavano, e ben a ragione, che quel di~egno di legge mirava a s·ovvertire e non ad applicare i principii fissati dalla Costituzione; mirava, cioè, a manomettere e non a garantire quella indispensabile indipendenza dei giudici, verso l'interno e verso l'esterno della loro « carriera », che è la effettiva ed insostituibile garanzia della libertà di tutti i cittadini. E poichè quelle critiche, più che innanzi al Senato (dove il disegno di [SlJ Bibloteca Gino Bianco
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