za dell'Alta .Autorità della CECA andrebbe al tedesco Kissinger; il francese Armand assumerebbe la preside11za della Co1nmissione dell'Euratom, mentre la Presidenza della Commissione del Mercato Comune andrebbe ad t1n esponente del Benelux, probabilmente al liberale belga Rey, ministro del I' industria. Ci sono state già proteste da parte italiana, perchè una soluzione d~l genere non_ darebbe soddisfazione al nostro prestigio nazionale. A nostro avviso, tali proteste non hanno ragione di essere, se il governo saprà poi avvalersi della possibilità di una scelta, secondo noi, d'importanza decisiva: e cioè la designazione di un italiano alla Presidenza della Banca degli investin1enti. In realtà, il fatto che i tedeschi ed i francesi abbiano rinunziato alla Presidenza del Mercato Comune, sebbene il Quai d'Orsay allinei come ur10 dei suoi candidati alla Co1nmissione l'ex segretario generale dell'OECE, Robert Marjolin, sta ad indicare che la posizione clel Presidente non è nel- . la Commissione del MEC di decisiva importanza, salvo che dal punto di vista del prestigio. Nella Commissione ci sarà da fare un duro lavoro quotidiano; ed è perciò necessario che i parlamentari designati nella Commissio11e vengano scelti tenendo piuttosto d'occhio le loro competenze tecniche e le loro convinzioni europeistiche che non la situazione dei loro collegi elettorali ed i relativi timori di « bocciatura » al maggio prossimo. Il governo, cl1e avrebbe forse difficoltà a « trovare » il grosso nome politico per la Presidenza della Commissione del MEC (dato che tutte le maggiori personalità parlamentari sembrano decise a non abbandonare le loro posizioni di combattimento elettorale) potrà invece impegnarsi con successo sostenendo una candidatura alla Presidenza della Banca degli Investimenti. La Banca degli Investimenti finirà forse con l'essere il centro dinamico della nu·ova comunità; nessun organismo, infatti, ha maggiori possibilità di sviluppo della Banca, che potrà diventare il meccanismo equilibratore fondamentale del sistema finanziario del Sei. Come pompa aspirante dei capitali interni ed esterni al MEC, come canale degli investi-- menti e di redistribuzione dei prestiti contratti, non è difficile prevedere che tutte le strade volte all'armonizzazione ed all'unificazione finanziaria,. tutte le speranze di convertibilità, passeranno attraverso la Banca, che po- , trà, se diretta con fantasia e con entusiasmo, ricreare certi strumenti unificatori, che nessun organismo europeo ha mai più avuto occasione di avere a sua disposizione dai tempi del Piano Marshall. · L'Italia ha una ragione di più per chiedere tale Presidenza, e cioè iJ: fatto che la Banca fu pensata essenzialmente come strumento di lotta contro le aree depresse, fu cioè una concezione partita chiaramente dagli ambienti meridionalistici italiani. [SO] BiblotecaGino Bianco
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