tura improntata allo storicismo idealistico e colpirebbero quindi in modo gravissimo la più tenace tradizione di libertà politica· che si~ in Italia. Noi ci auguriamo cl1e tutto ciò non sia. A costo di parer retorici (ma le condizioni in cui vive la nostra cultura paiono farsi ogni giorno più difficili), c'è da augurarsj che se un _giornoda qt1alche parte si ;i.ttentasse alla vita stessa della tradizione di cultura e di libertà ct1i è educata la parte ·più attiva degli studiosi italiani, ancl1e se oggi ad alcuni pare <<moderno>>vergognarsi di ciò, quel giorno i nostri anélJisti neorazionalisti non si trovino a Vien11a, Cl1icago o Cambridge per studiarvi la « sintassi logica>>o le << nuove tecniche>.',, ma si trovino qui e qui testimonino anch'essi con le loro opere (ma più serie di qt1elle vacu.amente polemiche contro lo storicismo) di quella tradizione. Una tradizione, ]o si voglia ammettere) tutt'altro che <<provinciale>>·, poichè affonda lontano, nel c11orec;tessodella civiltà europea, le sue radici, ed in Italia pass,a dovunque sia un centro di cultura, per la << Torino di . Peano » no11meno che per la « Milano di Cattaneo>>, anche se, indubbiamente, nella Napoli di Vico e di Ct1oco,.di De Sanctis e Spaventa, di Croce e Omodeo, ha trov.ato, di generazione in generazione, le sue espressio11ipiù <:oerenti e matt1re, più consone, sopratutto, alle prospettive di sviluppo intellettuale e civile del mondo moderno. Bibloteca Gino Bianco
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