Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

gu:iggio alla logica simbolica, dalla psicologia del comportamento alla . sociologia, alla storia sociale delle idee. È in questo quadro della cultura italiana la radice della polemica contro la trp.dizione idealistica e storicistica; è un quadro evidentemente assai schematico, discutibile dal punto di vista del buon metodo storiografico: tuttavia, poichè una critica condotta ad esso dall'esterno e in generale potreb,be forse riuscire poco convincente, giova discuterne singolarmente gli elementi. L'elemento che più frequentemente torna nella polemica contro la filosofia storicistica è l'accusa d'avere soffocato la ttadizione positivistica italiana, di avere impedito la nascita e lo sviluppo nel nostro paese di movimenti affini al neopositivismo ed alla scuola analitica inglese. Eppure è ,ben noto quali sono state le condizioni culturali in cui è sorto il neopositivismo; esse sono state descritte da uno dei più noti rappresentanti delfa scuola viennese, Otto Neurath, in alcune pagine di Le dévelo,pement du Cere/e de Vienne (21 ): patria del neopositivismo è L'Austria, che aveva avuto la «fortuna>> di evitare << l'entre-acte kantiste », in quanto con sin- ·golare concordia la Corte austriaca e la Chiesa cattolica, assecondate in ciò dai prof essori delle facoltà di filosofia condannarono e respinsero il ka11tismo, l'idealismo e lo storicismo come << filosofie rivoluzionarie», nefasti prodotti della Rivoluzione francese; contro il << ·pestifero Gande » Chies.a e Corte appoggiarono la vecchia tradizione filosofica prescritta wolffiana in quanto meno pericolosa politicamente del criticismo e dello storicismo. In tal modo attraverso Bernard Bolzano, Anton Marty e Alexius von Mei- ( 21 ) O. NEURATH, Le dévelopement du Cere/e de Vienne et l'avenir de l'emp-irisme logique, Parigi, Hermann, 1935; il cap. II è particolarmente dedicato alla cultura austriaca, sulla quale v. anche F. BARONE, op. cit., p. 86 - 87. Le origini << icodine »- e schiettamente reazionarie del neopositivismo non andrebbero dimenticate, quando non senza semplicismo si propongono equazioni tra movimentit fìlosofìci e tendenze politiche e, in nome del progresso politico, ci si propone di eliminare dall 'Jtalia, !a tradizione storicistica a beneficio di quella positivistica. Queste origini << codine» forniscono in parte la spiegazione di certe simpatie cattoliche o, per maggior esat- . tezza, gesuitiche (il benemerito editore italiano del Wittgenstein, il Colombo, è un gesuita) per le << tesi ricche di modernità » dei neopositivisti. Ma per ciò cfr. più oltre la n. 26. f40] BiblotecaGino Bianco

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