Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

cercato di << cogliere /.a scienza non nella sua astrattezza ma nella sua storicità >> ( 14 ). Queste· cautele, intese a distinguere la polemica contro lo storicismo italiano dall'ingenuo antistoricismo dei primi viennesi, tornano anche negli scritti più recenti del Geymonat e degli altri .metodologi. Le concessioni e i consensi alla concezione storicistic;i della filosofia e della scienza si fanno sempre più numerose: si ammette che nella scoperta del carattere oper.ativo delle scienze il Croce ha ·preceduto i viennesi; del Croce si rico-- noscono le benemerenze in molti « campi del sapere» (15 ), e si ammette che egli ha scritto « pagine estremamente acute e illuminanti» sulle << coppie terminologiche» ·bello e brutto, vero e falso, utile e inutile, bene e -ma.. le; si ast:rive a merito del Croce, del Gentile e dell'intera tradizione idealistica l'aver ,approfondito la ricerca nella direzione delle categorie fondamentali che determinano i << campi di discorso >>: << in altre parole, gli idealisti risalivano a certe articolazioni che gli empiristi classici presupponevano o, -comunque, trascuravano» (16 ); si giunge a scorgere << un tal quale parallelismo critico tra filosofia analitica e attualismo italiano per quanto concerne le categorie ~1; e si g11arda con simpatia alle tesi sostenute da G11idoCalogero (17 )~ E tutto lascia credere che anche più numerosi si verranno facendo i consensi al pensiero d'origine e tradizione idealistica e ( 14 ) Op. cit., p. 19. ( 15 ) L. GEYMONAT, Saggi di filosofia neorazionaJista, Torino, Einaudi, 1953, n. 28 e 90. Nello stesso senso, fra l'altro, v. gli scritti di N. BoBBIO,N. ABBAGNANeOd altri nel fascicolo speciale della << Riv. di filos. » interamente dedicato a Benedetto Croce (luglio 1953). ( 16 ) F. Rossi - LANDI, L'eredità di Moore, cit., p. 314 - 15. ( 17 ) lo., lbid., p. 316; il Rossi - Landi ha ulteriormente precisato il suo giudizio sul Gentile, e sui rapporti Gentile - Croce, nella Nota introduttiva al vol. di G1ovANNI VAILATI, Il metodo della filosofia, Bari, Laterza, 1957, scrivendo (a p. 15): « ... anche Gentile voleva fornire un metodo per evitare i tradizionali errori della teoDia della conoscenza: la filosofia era per lui un'attività, non una teoria, una ricerca non un sistema. Così di fronte alle quattro categorie in cui Croce tentava di raggruppare la totalità dell'esperienza umana Gentile obiettava che... l'uso di ogni ristretto numero di categorie è solo una limitazione alla libera attività del pensiero, che può \es~ere compreso solo nei termini di un infinito numero di categorie, cioè appunto dell' attività sempre aperta del categorizzare... A suo modo, Gentile aveva ragione. Ma intanto le categorie di Croce dicevano qual.cosa di positivo; ... un'intera cultura ne restò [37] Bibloteca Gino Bianco

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