tante - dipende da un motivo intrinseco ~lla situazione italiana. Come ha già osservato Uberto Scarpelli (4 ), degli analisti italiani « alcuni si contrappongono violentemente ai modi di far filos,ofia sinora dominanti in Italia, altri invece cercano di valersi utilmente delle possibilità dello strumento analitico, ma ben lontani dall'idea di rompere con una tradizione di pensiero da cui molto si è imparato e molto c'è da imparare>>. In altre parole, mentre alcuni ritengono utile arricchire la tradizione filosofica e cultur.ale italiana dei problemi suscitati dal neopositivismo, senza però uscire dall'am1 bito di questa tradizione, altri, volgendosi all'analisi e alla metodologia, ritengono forse inevitabile e comunque opportuno rompere e polemizzare col pensiero italiano di formazione idealistic.a e storicistica. Più oltre si cercherà di mostrare come questa polemica sia infondata, ma è il caso di dir subito che essa è inutile, anzi senz'altro dannosa. È dannosa i11nanzitutto a quelli stessi che la conducono: in Europa, attraverso gli sviluppi del pensiero del Wittgenstein ('), e negli Stati Uniti, per gli apporti del pragmatismo (6 ), i 11eopositivisti sono a11dati e vanno abbandonando gli originari asst1nti antifìlosofìci e antistoricistici; sempre _piùchiara è dunque la convergenza di molte loro tesi e dalla loro attenzione verso soluzioni già proposte dalla tradizione kantiana e storicistica ( 7 ); insomma, per citare il parere d'un attento studioso della filosofia mo- ( 4 ) U. ScARPELLI,loc. cit. . (5) Su questi sviluppi, v. N1coLA ABBAGNANO, L'ultimo Wittgenstein, << Riv. di filos. >>, dicembre 1954, pp. 447 - 456, e FERRucc10 Rossi - LANDI, L'eredità di Moore e la filosofia delle quattro parole, « Riv. di filos. », luglio 1955, che così scrive (a p. 312): « ... la .filosofia come pseudoscienza è un'avventura iniziatasi dopo Socrate e conclusasi con Wittgenstein. Resta la filosotia come attività chiarificatrice. Essa si esercita su problemi vecchi e nuovi che non è possibile caratterizzare una volt.a pe•n tutte... Tali problemi si formano allorchè, ragionando in maniera non formale (cioè al di fuori degli universi dei discorsi scientifici ... ) incontriamo delle difficoltà inaspettate ... E si può aggiungere con Ryle che si tratta in ogni caso di esaminare non già un singolo veicolo concettuale, ma un ingorgo che si determina nel traffiSco di almeno due correnti di veicoli concettuali - cioè il filosofare è sempre ancorato a una· situazione problematica storicamente reale». ( 6 ) BARONEp, . 313 e sgg. ( 7 ) Già nel 1936 JuL1us R. WEINBERG (An Exami,nation of Logica/ Positz~vism, Londra, Kegan, 1936; trad. Italiana di Lvo9v1c9 GErMoNAT, {ntroduzione al positivismo logico, Torino, Einaudi, 1950, pp. 14 e sgg.) poneva in rilievo l'esistenza dj [33.] t. Bibloteca Gino Bianco
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