Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

.11e, occorre rendersi conto che l'allargamento del mercato da sei a Jiciassctte Paesi, lungi dall'eliminare il problema lo po11econ maggiore urgenza, sia perchè le divergenze tra le strutture ed il livelio di sviluppo sono naturalmente maggiori tra i Diciassette che tra i Sei, sia perchè la creazione della zona di libero scambio ridurrà notevolmente la possibilità degli Stati membri di agire sulla bilancia dei pagamenti mediante misure di politica commerciale. Infatti> mentre gli scambi di merci tra i Sei co• ~tituiscono già il 30% circ.a del loro commercio estero, gli scambi tra i Diciassette si elevano al 45% del totale del loro commercio estero. Per conseguenza la possibilità di equilibrare la biiancia dei paga,menti mediante un'accorta politica di tariffe e di contingenti sarebbt sensibilmente diminuita dalla formazione della zona di libero scambio. AlJbiamo, in altra. sede, lamentato la in.sufficienza dei poteri concessi alle istitt1zioni del Mercato Comune. Tuttavia qualcosa della conéezione e della spinta iniziale è rimasto. Non solo c'è, infatti, un quadro istituzionale politico (Assemblea, Corte di Gi11stizia, Commissione), ma l'esecutivo, cioè il Consiglio dei Ministri e la Commissione, è concepito in modo da far fronte (o di tentare di far fronte) ai pericoli di squilibrio che il mercato presenterà. È ·prevista una Banc;i per gli Investimenti; si dovrà istituire un Fondo sociale; sono contemplate una politica di ar,monizzazione salariale e misure volte al coordinamento delle politiche monetarie ed alla liq11id~zionedelle pratiche anticommerciali (cui si è appena accennato), le quali tutte richiedono un impegno costante, una ricerca continua di soluzioni e di idee. Tutto questo è naturalmente assente dalla Z.L.S., che prevede soltanto provvedimenti automatici, quali la rid.uzione delle t,ariffe e l'allargamento dei contingenti; e non pu.ò quindi, non fosse altro che per questa ragione, ga!rantire le misure positive, considerate indispensabili, per l'attuazione del Mercato Comune. An·cora. La struttura dei Sei Paesi del Mercato Comune è abbastanza simile, sebbene vi siano prof onde differenze nelle proporzioni delle atti,w vità delle singole economie. Al contrario, la Z.L.S. rappresenta gruppi di Paesi estremamente differenziati. · C'è in primo luogo la Gran Bretagna. Vi sono poi la Norvegia e la Svezia, che presentano problemi ,particolari: da un lato, infatti, la varietà delle loro industrie è tale che già l'unione doganale scandinava è prevista solo ·per una metà degli -scambi (ed è difficile quindi pensare che i due [25] Bibloteca Gino Bianco

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