quindi i prodotti britannici verrebbero certamente batt'llti dalla concorrenza cl-elle industrie dei Sei, particolarmente da quelle tedesche; inoltre, sugli altri 1nercati mondiali, dove difficilmente 1'industria britannica potrà reggere l'urto delle im,prese ,continentali, cui lo slarga·mento del mercato permetterà un più rapido p;rocesso di ammodernamento e di razionalizzazione, con relativa es:pansione ,prod11ttivaa ,costi di produzione ridotti. Antony Nutting, ex-Sottosegretario agli Esteri, riferisce sul New York I-Ierald Tribu1ie una frase dettagli da Spaak: << Se la Gran Bretagna ·non . realizza un aocordo con il merc,ato comune, tra cinq·uant' anni non venderà piu nemmeno un,automobile in Europa» (6 ). D'altra parte, come Nord e Sud ha avuto già modo di ricordare (7 ), l'Economist ha tradotto la situazione in cifre: « L'Europa dei Sei rappresenta, tra i grandi mercati, quello il cui ritmo di espansione è il più rapido del mondo. Mentre le importazioni dal Commonwealth sono rimaste statiche ai 12.000 milioni di sterline del 1950, le importazioni totali dai Sei sono s1aliteda 11.000 milioni ad oltre 19.000 milioni. Fino ad oggi la Gran Bretagna ha ·beneficiato di questo sviluppo solo in misura limitata, dato che tra il 1950 ed il 1955 le sue esportazioni verso i Sei sono salite da 700 a 1.100 milioni di sterline>>.Del commercio inglese verso i Sei circa il 50 % si svolge con il Benelux, sebbene esso a,bbia soltanto l'ottav,a parte della popolazione dei Paesi della e.E.e.A. e la settima parte del reddito. Questa alta percentuale si deve al fatto che il Benelux ha una protezione doganale assai n1eno elevata della Germania, della Francia e dell'Italia; e ci vuol poco per rendersi conto del danno che deriverebbe alla Gran Bretagna, se dovesse rimanere tagliata fuori dal mercato comune, dato che la tariffa comune dei Sei verso l'esterno verrà sta,bilita su un valore medio tra le percentuali massime f,ranco-italiane e quelle minitne belgo-olandesi. Per rinunciare al mercato europeo, la Gran Bretagna dovrebbe poter contare su un 1 miglior~mento dei rapporti commerciali nell'ambito del Commonwealth; ed invece una tale prospettiva non ha, a quanto sembra, alcuna ,possibilità di realizzarsi. Non ci si nasconde, al contrario, a1 di là '( 6 ) << European integration: a British dilemma», 26 settembre 1957. Le preoccupazioni dell'industria automobilistica inglese sono esposte in dettaglio in una inchiesta dell'Observer, << Britain and Europe, The Motor lndustry » 27 ottobre 1957. ( 7 ) << Europa e Gran Bretagna >>, novembre 1956. [20] Bibloteca Gino Bianco
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