peso nei calcoli dei dirigenti del PSI; gli autonomisti hanno esitato a dar battaglia non solo per il timore di contarsi come minoranza, ma anche per non offrire al corpo elettorale, alla vigilia dei comizi, un partito· irrimediabilmente diviso; i << 1norandiani » e i <<carristi>>si sono prevalsi del fatto di essere maggioranza, e del disagio degli avversari, per strappare il maggior numero di concessioni po~sibile. E gli uni e gli altri pensavano che, mettendo la « pietra tombale» sull'unificazione e proclamando che l'unità dei socialisti si sarebbe fatta• nel PSI, il partito avrebbe messo in difficoltà la sinistra socialdemocratica, magari provocata una scissione e certamente raccolti i suffragi dell'elettorato socialista incerto e fiuttante, deluso dal PSDI e speranzoso dell'unificazione; e gli uni e gli altri pensavano altresì che mettendo avanti l'untà della classe operaia e tenendosi una porta aperta ed una socchiusa sulla sinistra, assuniendo cioè un atteggiamento possibilista verso i comunisti, avrebbero evitato polemiche e quindi il rischio di perdere voti. Ma a guardar bene le cose una simile strategia muove da u11 errore fondamentale, che l'elettorato socialista non abbia nè occhi per vedere nè cervello per ragionare. In realtà la chiusura ermetica sulla destra e l'attacco alla socialdemocrazia provocheranno in quest'ultima un rifiesso dt sano patriottisnio di partito clie le eviterà perdite troppo forti, abbandoni clamorosi e scissioni; gli elettori indipendenti di sinistra saranno delusi dalla mancata unificazione e colti da scoramento pessimistico; e quelli più pensosi del problema del rapporto coi comunisti si insospettiranno del possibilismo del PSI e delle sue contraddizioni, rifiuiranno - ce lo auguriamo - verso la socialdemocrazia o verso altre forze democratiche di sinistra che sapranno tenere un lin,guaggio più cliiaro e delle posizioni meno equivoche. E sulla sinistra il PSI eviterà gli attacchi vistosi ma non le << punture di spillo>>,eviterà l'accusa di tradimento ma non la perdita dei voti. Poichè i comunisti hanno essi stessi i loro problemi e le loro crisi, grandi o piccole che siano: le ferite del rapporto Kruscev e dei massacri d'Ungheria non sono anora rimarginate, l'esp~nsione deniocristiana nelle campagne li niinaccia davvicino, le possibilità di allargare la base elettorle di tutta la sinìstra sono minime: se essi vorranno perciò mantenere le loro posizioni dovranno di necessità rifarsi delle perdite con nuovi guadagni; e i soli che possono dar loro voti sono appunto i socialisti. Già da più anr.iisi è osservate che i limiti di espansione delle sinistre erano stati grosso modo toccati e [7 J: Bibloteca Gino Bianco
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