t1ogliaporsi in modo 1noderno i problenii di un paese come l'ltaita, conda1inarsi a non comprendere più nulla, e quel che è peggio ad essere sempre . "· sco·nfitti. La verità è che l'Italia ad altri tristi privilegi ha anche quello di essere il solo paese civile e moderno che ha un partito balordamente massimalista, fisso ad una ideologia di ci1zquanta anni fa, il solo paese che ha ancora un partito socialista posseduto dal 1nito dell' operismo e sistematicamente disertore n'elle battaglie per la democrazia. Queste che siamo venuto indicando ad una ad una non sono soltanto le debolezze del PSI; sono anche le ragioni pri11cipaliper cui l'operazione di unificazione socialista è per ora fallita e per cui l'occasione di far nascere a1iche in Italia un grande partito socialista democratico è stata sprecata. Gli errori e le colpe degli uomirii' passano in secondo piano in11anzi alle insuff cienze strutturali del socialismo italiano, o, se si preferisce, gli errori e le colpe degli uomini non consistono tanto nell'aver ceduto a risentimenti e a passioni perso11cili,ma nel non aver inteso· certe insufficienze e nel non avervi posto riparo a tempo. Il torto de!l'on. Nenni e dei suoi più stretti amici e collaboratori sta appunto 11ella'ver creduto che si potesse venire a capo delle difficoltà con un piccolo gioco di conipromessi evitando una chiara battaglia politica: essi temevano, forse ingiust(J)mente,di perdere tale battaglia, ed intanto stanno perde1zdo la guerra. I risultati dell'ultimo Comitato Centrale sono da questo punto di vista oltremodo istruttivi: poiché quella sciagurata mozione in cui si regalano pate11ti di democraticità ai comunisti che osannano a Mosca è solo l'ultima scena di un dramma iniziato a Venezia con l'evocazione dei seni tormentati della vedova di Rajk. L' avvilente gioco di compromessi che sta dietro tutto ciò rivela una classe dirigente incapace di assumere responsabilità: quando si avversario i socialisti di « Unità Popolare>>c,on la scusa clie essi sono non-marxisti e <<borghesi» .(l'ineffabile Emilio Lussu doveva agg·iungere quest'altro serto alla sua gloria di buon frontista) si toccano i vertici dell'ir1sipie1izapolitica ed insieme del ridicolo; nia quando ci si avvilisce a discutere sui voti deliberativi e consultivi si dimostra di essere un partito ossificato, non suscettibile di sviluppi, chiuso nelle formule anchilosate. Pure l'osservatore politico deve porsi ancora un'altra domanda, deve chiedersi cioè a che e a chi giovi tutto questo. Senza dub,bio la congiuntura politica caratterizzata dall'imminenza delle elezioni ha avttto · no11 poco . [6] BiblotecaGino Bianco
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