Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

vi è un residuo di nazionalismo, o del numero che è potenza. E potremmo aggiungere ancora, tra i problemi delle aree arretrate, quelli relativi alla educazione professionale dei lavoratori, con tutte le variazioni di natura scolastica che ne derivano, e poi infine, il problema, im•portantissimo, delle fonti di energia. In verità, alcuni di questi problemi vengono sfiorati dal Prof. Vito in uno dei SAVERIO STRATI: La Teda, Mondadori, Milano, 1957. La vocazione di Saverio Strati si manifestò qualche anno fa in una adesione spontanea e niente affatto letteraria ai temi della narrati va neo-realistica. La Calabria con le sue forme di civiltà chiuse, per tanti versi, alle correnti del progresso moderno, dalle quali certi paesi dell'Aspromonte privi di luce, di acqua e di strade, sono inesorabilmente tagliati fuori, costituisce lo sfond? dei suoi primi racconti; apparsi qua e là nelle maggiori riviste italiane e più tardi raccolti in volume dal1' editore Mondadori ( << La Marchesina », 1953). Non manca al noviziato letterario di Strati un fondo autobiografico: muratore fino a 21 anni, il giovane calabrese potè riprendere piu tardi gli studi interrotti. Il peso della sua esperienza personale si manifesta si in atteggiamenti protestatari e polemici nei confronti dello Stato, ma anche in una più immediata ed efficace caratterizzazione di un mondo che non suoi saggi, quasi a volerli suggerire come· ottimi temi di studio ai nostri giovani· studiosi, che dedicano la loro attenzione ai problemi delle aree arretrate, i quali non si risolvono soltanto sul piano poli--- tico, come sembra nelle nostre tradizioni,.. ma anche e soprattutto su quello economico, dove la tradizione quasi non esiste, .. permettendo invece una vasta attività speculativa. ANTONIO N ITTO è guardato dall'esterno attraverso la lente~ deformante della letteratura, ma rivissuto· poeticamente nel suo interno. Chiariamo subito che in questo atteggiamento del narratore ci sembra di indi-- viduare i gernu delle sue future possibi-· lità ed insieme i limiti della sua arte. Il romanzo << La teda », apparso recente-- mente pei tipi dell~ stesso editore (Mondadori, agosto 1957), conferma quelle no- . . . . stre prime 1mpressioni. Siamo nel 194 3: anno di crisi del regime per l'imminente disastrosa conclu-- sione della guerra fascista. Un gruppo di muratori di un paese costiero si reca a Terrarossa (che è uno dei tanti villaggi dell'Aspromonte, già noti al senatore Za-- notti Bianco, pioniere della diffusione dell'istruzione elementare nel Mezzogiorno) per costruirvi un lotto di case popolari. Il villaggio può essere raggiunto solo dopo molte ore di cammino attraverso impervie mulattiere ed è abitato unicamente dai pastori e dalle loro donne, che vivono in ambienti squallidi - e malsani, illuminati, la notte, dalla luce di una scheggia, [126] Bibloteca Gino Bianco

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