Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

,stessa aveva trovato nell'aumento delia popolazione, nella accumulazione di capi- . tale e nel progresso tecnico. Però l' attenzione dei classici venne poi concentrata soltanto sulla seconda causa, e mentre del progresso tecnico si tenne ben poco conto, dell'aumento di p·opolazione se ne discusse, invece, come fece il Malthus, quasi come di un pericolo, mentre il pessimismo di Ricardo era mutuato da una presunta scarsità di risorse e conseguente inasprimento delle rendite (Vito). E bene si può affermare che tu il Marx, pur con tutte le sue visioni unilaterali, a creare una vera e propria economia del lo sviluppo, anche se il suo determinismo non ha trovato rispondenza totale nel1' attuale situazione economica internazio· nale. I teorici del ristagno, infatti, non fanno che richiamarsi a lui, sia pure implicitan1ente, laddove essi, att~averso lo studio delle fluttuazioni cicliche e dei movimenti secolari, han finito per doman• darsi se << lo svolgimento dell'economia, in qualche Paese almeno, non rivelasse o annunziasse dei segni di raggiunta pienezza, al di là della quale, ove mancassero contromisure appropriate, vi sarebbe l'inizio di fenomeni involutivi. Si teme cioè che là dove gli sviluppi della economia hanno condotto ad un elevato tenore di vita e dove un gran numero di persone gode di alti redditi, vi sia da prendere atto che l'economia è giunta allo stato di maturità e, al pari di un frutto maturo, non è suscettibile di crescita ulteriore. << I fattori della maturità economica sarebbero: l'essersi ormai raggiunte le fron .. tiere degl'investimenti a causa della mancanza di nuove terre da sfruttare; la ce5sazione della spinta demografica, che fino a pochi anni fa rappresentò uno stimolopotente agl'investimenti e all'espansione produttiva, e infine il carattere delle innovazioni tecniche attuali, che tendono a ridurre sempre più l'uso del. capitaìe. nonché il rallentato ritmo delle innovazioni stesse. << L'effetto congiunto dei tre fattori s,1rebbe il declino continuo e crescente del· la possibilità di impiego redditizio del capitale, la diminuzione dell'incentivo all'investimento, l'incompleto impiego delle risorse e di conseguenza lo scarto fra la curva del reddito potenziale e quella del reddito effettivo » (Vito). Questa preoccupazione del ristagno spinse allora alla ricerca delle cause dello sviluppo economico, e, cioè, << i complessi rapporti di interdipendenza tra il progresso della tecnica e lo sviluppo degl'investimeniti; l'influenza che sulla entità del risparmio e quindi dei nuovi investimenti hanno le caratteristiche istituzionali del sistema; la distribuzione dei redditi in profitti, rendite e salari e lo sviluppo del sistema bancario; le ecoriomie esterne di cui si avvantaggiano i paesi industriali che investono all'estero; le situazioni favorevoli ai paesi industriali nei termini di com• mercio con le regioni agricole; il carattere cumulativo del processo di sviluppo ». Tale ricerca è soprattutto comparativa, e si è mossa nella duplice direzione di spiegare da un lato l'esistenza delle aree arretrate, confrontarle con quelle progredite, e dall'altro di comprendere il diverso grado di sviluppo delle varie economie nel tempo. Ecco quindi la scoperta scientifica del~ le aree arretrate e non solo teoricamente: basti pensare alla nota classificazione di [124] Bibloteca Gino Bianco

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