Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

Nei due saggi raccolti nel volume del Cappelletti: Piero Calamandrei e la difesa giuridica della libertà e I diritti soci.ali di libertà nella concezione di Piero Calamandrei, scritti rispettivamente per i numeri speciali che la Rivista de la Facultad de Derecho de Mexi·co ed il Boleti'n del lnstituto de Derecho Procesal de la Universidad N acional del Litoral, hanno dedicato alla memoria del Maestro, l'A., l'ultimo e il più giovane dei suoi discepoli - collaboratori, raccoglie organicamente ed intelli • gentemente alcuni dati essenziali ad intendere le esperienze di giurista, di uomo politico e combattente della libertà dello Scomparso. Una vita che nei suoi multiformi impegni di lavoro fu dedicata alla difesa della personalità e alla ricerca e alla lotta per le libertà individuali e per quelle sociali. Gli ideali di operosa bontà che illuminarono le pagine narrative del Calamandrei giovane ben presto si mutarono nella ricerca del giusto con l'accettazione di una severissima applicazione scientifica. Nel '20 apparve il suo trattato sulla Cassazione ci.vile, con~iderato ancor oggi un'opera fondamentale della moderna scienza giuridica italiana: nel sostenere la tesi di un'unica Corte Suprema di Cassazione in luogo delle varie Cassazioni regionali, il C. si proponeva la difesa della certezza del diritto, attraverso la lotta contro gli sbandamenti della giurisprudenza, priva di un centro di unificazione. Certezza che « non importa mero e formale ossequio alle leggi statali, ma bensì sicurezza dell'individuo, chiarezza dei suoi doveri ma anche dei suoi diritti verso lo Stato, fiducia dell'uomo nei suoi propri diritti e nelle sue azioni: in una parola fiducia nella sua libertà ». Il diritto infatti fu sempre inteso dal Calamandrei come involucro protettivo della libertà. E quando il fascismo bloccò ogni attività parallela - integrativa di quella scientifica sul piano della stampa e della azione politica - lo studioso inserì interamente la sua ricerca di giustizia e la sua lotta per la libertà nel suo impegno di legale e di docente. I suoi scritti del tempo su la « crisi del processo civile in Germania », quelli sul processo civile in Russia e sul processo a tipo inquisitorio, e quelli ancora sul << nuovo processo civile e la scienza giuridica >> e su << la certezza del diritto e la responsabilità della dottrina », e, soprattutto, la sua partecipazione alla formulazione del nuovo codice di procedura civile del 1940, contribuirono in modo determinante in quegli oscuri anni alla << difesa del processo civile come p,rocesso ancora essenzialmente dispositivo, contro la concezione pubblicistica estremista che importava abolizione di quel processo; la difesa del principio della legalità e del principio della generalità e dell'astrattezza delle leggi, e della concezione non meramente volontaristica della funzione del giudice e del giurista, contro i principi del diritto e della << giustizia » del caso singolo, del provvedimento fatto ad personam, dell'interpretazione come attività totalmente libera e in tal senso politica: questa difesa significava nella maniera più evidente lotta per l'individuo contro la sua sommersione, significava del pari difesa ad oltranza della ragione contro l' arbitrio e il privilegio e lotta quindi contro [120] Bibloteca Gino Bianco

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