Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

tendo al bando il grup·po attt1almente maggioritario risolutamente anticomunista,, anche se fosse finalmente rit1scito ad imbrigliare strettamente il P.C.F., Mendès-France sarebbe restato in minor1anza nel paese. Ma, si obiètte.rà, non è vero forse che tutte le volte che in Francia si è posta una chiarissima scelta tra destra e sinistra qt1est'ultima è risultata maggiorita-• ria? L'obiezione contiene 11na parte di verità: essa trascura, però, il fatto che ciò è accaduto durante la Terza Repu,bblica (Siegfried l'ha mostrato perentoriamente) quando non esisteva nelle forme attuali il pericolo comunista) e non è quindi possrbile dedurre delle indicazioni precise dal passato. E qu.and'anche si volesse ammLttere che il medesimo risultato del '36 si sarebbe potuto avere nel '55 (ma già n.egli anni '30 i radicali erano pronti a spezzare il fronte (le]le sinistre), sarebbe stato necessario richiamare il paese da quell'inclin,azione al disinteresse che nelle ultime elezioni era stato dominante, galvanizzarlo: e fu proprio questo cl1e Men.- dès-France non seppe fare. Nei convulsi mesi d·el 1954 nocque al Presidente del Consiglio la sua stessa abilità: il paese progressista no,n poteva avere fiducia in un uomo che annunciava una politica di progresso in . ...Africa del Nord e si recava a Tunisi insieme al maresciallo Juin o nominava il gollista Soustelle governatore dell'Algeria o annunciava, come tutti i suoi predecessori, che l'Alg-eria era un dipartimento francese; in un uomo che innanzi ~d una scelta tra il passato e l'avvenire com'era la scelta europeistica pareva dar la mano ai nazionalisti più intransi 1 genti ed opporsi ad una grande rivoluzio11e che maturava nel cuore dell'Europa; in un uomo che si volev,a l'eroe di una politi:ca di risanamento e di rilancio dell'economia del paese e che teneva al governo nei posti economici proprio coloro che egli sitesso aveva denunciati come colpevoli dell'immobilismo; in un uomo che si atteggiava a democratico e a difensore del regime e che intanto volenti 1 eri s'incontrava con De Gaulle tutte le volte che poteva o lasciava nascere l'equivoco su sue personali tentazioni autoritarie. Forse Mendès-France era costretto ad essere abile: egli doveva governare in una situazione in cui la chiarezza assoluta dei suoi propositi di oppositore l'avrebbe ridotto ad una posizione di minoranza protestataria; do- . . ' veva governare senza magg1oranza e intanto preparare per se stesso una sua futura e sicura maggioranz,a: e dunque tentare di fare esplodere i partiti facendo leva sugli uomini ed opponendo socialisti a socialisti, indipen- (117] Bibloteca Gino Bianco

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