chiati ineluttabilmente verso i pòli estremi: in effetti in una lotta aperta contro la S.F.I.O., in cui questa era accusata di progressivo i,mborghesime11to, di rivoluzione conservatrice, di corruzione e magari perfino di quasi-fascismo, chi traeva i va11taggi non era quei part~to radicale già da tanti decenni in fama di essersi imborghesito e spostato su posizioni conserva-- ttici, ma un altro partito, cui la magia del n·ome, la forza di richiamo della leggend1a, la spregiudicatezza e la risolutezza della polemica, conferivano di necessità, maggiore attrattiva, il partito comunista. D'altro can to, la dinamica propria dei movimenti politici d,oveva portare di necessità _quello stesso partito radic,ale che si faceva iniziatore di una siffatta polemica su posizioni assai vicine al frontismo: questo e solo questo sarebl1e ~tato lo sviluppo logico clella posizione ass1-1nta,e d'altra parte solo un siffatto sviluppo avrebbe dato a tutta l'operazione non solo plausibilità, 111a anche una possi;bilità di sbocco concreto. È difficile dire oggi se Mendès - France avesse nella sua mente un tale disegno: è probabile che il suo te11tativo di modernizzazione del radicalismo francese volesse essere un modo di ovviare ,alle difficoltà che si sono a•ccennate; è certo, però, che la sua carriera di leader politico è parsa spezzarsi proprio nel momento in cui quel disegno è sembrato chiaro a tutti i radicali e forse perfino a lui stesso, quando è sembrato chiaro che la logica de.Ile posizioni assunte avrebbe portato l'uomo ad essere capo di una formazione frontista. Forse Mendès-F rance era vittima delle peculiarità di uno schiera-• mento politico complesso e in apparenza condannato alla staticità nel quale l~immobilizzazione di qt1attro milioni di voti all'estrema sinistra rendeva particolarmente tiiffìcile una moderna politica di progresso e nel quale gravissimi problemi com•e quelli dell'Africa del Nord complicavano ulteriormente le possibilità di allea11ze. Ma un leader politico che non riesca a dominare la congi11ntura, cl1e resti prigioniero di difficoltà di schieramento o peggio, com'è il caso di Mendès-F'rance, che da sè se ne crei di nuove, ha il destino segnato. Anche se tutti i pia11i fossero risultati attuabili, se egli fosse rius-cito a respingere definitivamente a destra i cattolici e a guadagnare su essi qualche centinaio di migliaia di voti di sinistra cattolica, se fosse riuscito a ·mutare il volto del radicalismo (perdendo, però, questa volta tutta l'ala destra e cioè la maggioranza del partito), a far leva st1i minoritari della S.F.I.O. rovesciando in essa i rapporti di forza e met- (116] Bibloteca Gino Bianco
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