Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

programma economico dettagliato ed una soluzione pel pro'blema d·ella C.E.D .. Pure se è ver,o che un governo si qualifica non solo per le cose che dice ma anche per le forze che lo sostengono, la posizione di Mendès-France appariva all'indomani dell'investitura estremamente incerta. Dedotti, infatti, i voti comunisti, che egli aveva dichiarato di respingere, la maggioranza si riduceva a 320 voti: ora di questi almeno ventinove, quanto bastava cioè perchè il governo perdesse la maggioranza assoluta 11ecessariaper l'inv,estitutra erano voti di indipendenti e contadini, voti cioè della cosidetta destra economica. Come avrebbe potuto conservare egli questi voti il giorno in c11iavesse presentato al Parlamento il programma di politica economica che l'opinione corrente gli attribuiva, una politica eco11omica,cioè, a11dacemente antiprotezionistica, contraria agli interessi par.assitari e corporativi? Degli stessi 320 voti, sessantaquattro erano di gollisti, di uomini cioè in massima parte avversi non solo alla C.E.D. ma anche ad ogni forma di integrazione europea, di uomini che rifiutavano tutto o quasi tutto della politica europeistica dei precedenti governi e che, per quanto imperialisti, avevano tuttavia preferito correre il rischio supremo in Indocina pur di esorcizzare lo spettro dell'europeismo. Come avrebbe potuto conservare Mendès-France questi voti il giorno in cui avesse sostenuto la C.E.D.? E q~and'anche avesse rifiutato di sostenere l'esercito integrato, quale altra soluzion·e avrebbe potuto escogitare, . secondo l'impegno formale contratto, che non fosse stato un ·puro e semplice riarmo della Germania nel quadro atlantico? E questa soluzione non a·vrebbe finito col fare contro di lui l'unione di tutti i socialisti della S.F.1.0., risolutamente avversi ad un esercito tedesco praticamente incontrollato, non avrebbe finito cioè col fargli perdere 104 voti a sinistra per tenerne sessantaquattro a destra? E finaln1ente non era alquanto ingenuo il revisionismo atlantico che egli pareva sottintendere in tutti i suoi discorsi, il sogno cioè di rovesciare il leadership in seno all'alleanza atlantica, detronizzando gli americani e affermando una direzione anglo-francese? Solo qualche giorno dopo l'investitt1ra del 18 giugno il ministro degli_ esteri britannico doveva ribadire ai comuni che erp, impossibile ed inopportuno escogitare soluzioni di ricambio alla C.E.D.: ad onta dei loro dissensi sui problemi asiatici, inglesi ed americani si accordavano perfettamente sui problemi europei. Del resto, chi avesse considerato attentamente la com-posizione del . [111] Bibloteca Gino Bianco

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