Dong, ministro dè·gli esteri della repub·blica popolare indocinese alle riunioni dei suoi colleghi occidentali ed orientali. Ma a Parigi, proprio negli stessi giorni il governo fatto segno ad un'incessante campagna di attacchi e di insinuazioni sul contegno del Ministro degli esteri a Ginevra dovette porre in parlamento la questione di fiducia per il rinvio delle interpellanze sull'Indocina. Il 6 maggio L,aniel ottenne una forte maggioranza con 311 voti contro 262, ma appena una settimana dopo il dibattito si riaccendeva a Palais Bourbon e il governo era costretto a porre di nuovo l,a questione di fiducia. E questa volta il risultato fu assai diverso da quello della settimana precedente; il 6 maggio i gruppi maggiormente interessati alla crisi erano stati colti di sorpresa dalla risolutezza di Laniel; sette giorni dopo essi avevano ormai preparato le armi per la battaglia decisiva: se tale battaglia non ebbe il risultato previsto fu solo perchè i gollisti dell'U.R.A.S. avevano ancora qualcosa da imparare in materia parlamentare. Il 13 maggio la crisi in effetti fu evitata per un soffio il governo avendo ottenuto 289 voti favorevoli e 28 contrari: la maggioranza parlamentare di Laniel era dunque virtualmente scomparsa. La minaccia della dissoluzione, implicita nel voto di fiducia chiesto dal Presidente del Consiglio, l'appello al senso di responsabilità dei parlamentari in una congiuntura internazionale così delicata fatta dal Presidente della Repubblica e poi dallo stesso Laniel alla tribuna di P.alais Bourbon, non erano bastati a trattenere alcuni gruppi di deputati st1lla china scivolosa che avrebbe portato la Francia ,a trovarsi, di lì ad un mese, senza governo durante un negoziato d'importanza vitale per essa. Certo il risultato del 12 maggio non era nè impreveduto nè imprevedibile: già nella discussione sul voto di fiducia del 6 l'oratore dell'U.R.A.S. aveva detto chiaramente che la crisi poteva considerarsi aperta, poichè egli stesso ed una parte dei suoi colleghi avrebbero votato contro il governo; ed analogo pronunciamento era stato fatto dai banchi dell' A.R.S. e da quelli radicali. Il voto, perciò, spaccava in due i gruppi che costituivano le ali estreme della maggioranza, gollisti a d,estra e radicali a sinistra; dietro Laniel non era restato, comp,atto a sostenerlo, che il centro: i moderati e il M.R.P.. La successiva votazione del 13 rilaggio aveva capovolto il rapporto di forza che sei giorni prima ·era ancora a favore del governo, specialmente nel gruppo dej gollisti, col risultato di ridurre il margine di maggioranza nei limiti che si sono detti. Tra l'una e l'altra votazione era passata, come una tempe- [105] Bibloteca Gino Bianco
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