della sua vocazione solitaria" erano cose ,assai diverse dalla rumorosa an1- ., bizione di un Juin, ed anche in questa conferenza-stampa, nella hall di u11 grande albergo parigino le sue parole toccavano toni che richiamavano alla memoria gli accenti dell'antico capo della Francia Libera. Come, ad esempio, al momento in cui gli fu chiesto quale s,arebbe stata la sua reazione se al 1nomento in ct1i egli era al potere si fosse trovato innanzi ad un'insubordinazione come qt1ella com1nessa dal maresciallo: allora l'uomo che a-vev~dovuto fronteggiare gli intrighi di Giraud e fin di Darlan si era come drizzato un attimo al disopra di tutti gli astanti e aveva risposto seccame.nte che egli, De Gat1lle, era in quel momento la Francia! Pure quando riprendeva a cantare il mito della potenza, quando evocava il fantasma della Germania eterna nemica, quando rispolverava il suo viaggio a Mosca e il suo trattato con la Russia, non si poteva non pensare come fosse singolare e tragico insieme il destino del generale. Poichè egli restava prigioniero della sua fantasticheria generosa ed assurda, della s11a incapacità ad intendere il 11uavo periodo politico; e tuttavia, senza volerlo, si faceva strumento di interessi e di passioni profondamente diversi dagli interessi e dalle passioni che l'animavano poichè egli credeva di percorrere la sua strada e percorreva quella degli altri, credeva di preparare il futuro del suo paese e lo isolava e in,deboliva. L'indomani De Gaulle .sarebbe stato la <<notizia» più importante della stampa anti-europeista, il suo nome sarebbe ricorso nei comizi dei nazionalisti e dei comunisti: un motivo in più in una ben orchestrata campagna di propaganda. Il solo fatto positivo nel1a polemic.a sulla Comunità Europea di Difesa fu, a fine maggio, il ris11ltalodel congresso straordinario della S.F.I.O.._ che si pronu11ciò a favore della ratifica del Trattato a forte maggior,anza: 1969 mandati co11tro 1215. La macchir1a del partito, saldamente controllata dal Segretario Generale, aveva funzionato perfettamente e funzionò ancora meglio q11anclosi disc11sseil problema della disciplina di voto: gli op·positori evocarono u11 patetico motto di Blum, ma ì militanti di base 110n se ne lasciarono commuovere e il riflesso tipico di partito operaie rafforzò ulteriormente la posiz1one della direzione. La disciplina di voto fu votata con 2414 1nandati contro 972: il che voleva dire. che gli incerti prendevano finalmente posizione e che alcu11i dei ribelli erano disposti a sottomettersi? Pure agli osservatori più attenti non sfuggì che il valore dell'avvenimento era assai meno decisivo di quel che apparisse: poichè [102] Bibloteca Gino Bianco
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