Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

~gli storici avranpo qualche difficoltà a riconoscergli tutte le vittorie che gli sono state attribuite. Egli resta, però, almeno per chi vuol dare una valutazione complessiva, l'uomo che accompagnò a più riprese Pétain nei suoi incontri con Hitler, e non provò pei tedeschi invasori la stessa avversione che doveva provare per gli stessi tedeschi quando questi erano stati sconfitti d!agli eserciti anglo-americani; che assai tardi, infine, come suonò l'ironica ,apostrofe di De Gaulle, « accorse gloriosamente in aiuto della vittoria>>. E più ancora resta l'uomo dei cui interventi nella vita politica del suo paese i francesi non possono certo compiacersi: la sua opera di Residente Generale al Marocco fu rovinosa, ed a lui stesso si devono far risalire le più gravi responsabilità per la deposizione del Sultano Ben Youssef e per la crisi gravissima dei r,apporti franco-marocchini che ne seguì, ed intorno a· lui si raggruppano spontaneamente ancora oggi, come intorno al loro leader naturale, tutti i nostalgici della vecchia Fr,ancia reazionaria, nazionalista e colonialistica. Juin è il militare tipico di certa tradizione fr,ancese, un dispregiatore degli <<imbelli » regimi democratici, un adoratore, e neppur tanto in segreto, dei regimi forti, un generale a cui nessuna fibra politica ha dato il prestigio di t1n De Gaulle e nessun grande successo militare la gloria di un napoleonide. Il bastone di maresciallo e la feluca di accademico non tolgono che egli riesca una figura anacro11istica. Un nuovo Boulanger, senza penn,acchi e senza cavallo bianco .. Anche in questa occasione, tuttavia, il maresciallo Juin assunse con incredibile leggerezza delle gravi responsabilità: tra le altre quella di provocare u11 singolare rigurgito di canagliume reazionario. Nella celebrazione alla Place de l'Etoile della domenica successiva al coraggioso gesto del Governo nei confronti del maresciallo insubordinato, il Presidente del Consiglio e il Ministro della Difesa furono bloccati da una folla inferocita, insultati, malmenati, mentre le grida di vive Juin si alternavano a quelle di .ui.ve le roi. L'estrema destra reazionar~a, per la prima volta dopo la liberazi<r ne, dimostrava di poter tenere la piazza e i camelots du roi, che sembravano dimenticati, potevano avvalersi dell'episodio per manifestare contro il regime repubblicano, così come non avevano esitato, non molti giorni in-- nanzi~ a rt1moreggiare all'Académie Française, quando erlano risuonate certe ferme e veritiere parole sul collaborazio11ismo di Maurras. Certo sarebb-e erroneo drammatizz,are l'episodio ed esagerarne l'importanza ed evocare gli incidenti della Place de la Co11cordedel febbraio '34; .esso te- [97]'• Bibloteca Gino Bianco

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